Turchia in guerra contro l’ISIS: ecco tutti i vantaggi e rischi

Turchia in guerra contro l’ISIS: Quali sono i vantaggi e i rischi per il Governo di Ankara?

Gli Stati membri della coalizione internazionale possono finalmente avere un alleato militare professionista contro i militanti dell’ISIS.

L’assalto turco a Jarablus nel nord della Siria, da due anni e mezzo assediata dal Califfato, ha avuto un enorme successo risolvendosi in una vittoria lampo per i turchi.

La Turchia è entrata ufficialmente in guerra contro l’ISIS in Siria proprio mercoledì con l’invio di carri armati, forze speciali e contingenti armati per supportare un’offensiva dei ribelli sulla roccaforte dello Stato Islamico al confine turco.

Perché la Turchia entra in guerra in Siria contro l’ISIS?

Dopo la riuscita dell’operazione, l’ingresso di Ankara nei territori insidiati dai terroristi è stato salutato positivamente dai neo-alleati americani, bisognosi più che mai di un supporto estraneo alla milizia locale.

Perché gli USA hanno bisogno della Turchia? In questo senso la Turchia gioca un ruolo di primo piano a supporto di Washington nel conflitto siriano, potrebbe infatti risparmiare agli americani l’incombenza di lavorare con i cittadini arabi locali che sono sospettosi dei gruppi curdi, e servire come partner internazionale strategico.

Il fallito colpo di Stato in Turchia aveva gettato delle ombre nei rapporti internazionali tra Washington e Ankara, in quanto, secondo alcuni commenti a caldo post-evento, si sospettava un’implicazione degli Stati Uniti nell’organizzazione del golpe.

Le tensioni non possono dirsi diramate del tutto, ma probabilmente si prospetta una nuova era di alleanze geopolitiche in Medio Oriente tutte nuove e fuori dal comune.

Vale allora la pena chiedersi perché la Turchia sia entrata in guerra contro l’ISIS e che cosa ci guadagni.

Vediamo nel dettaglio vantaggi e rischi dell’entrata in guerra della Turchia in Siria.

Turchia in guerra contro l’ISIS: Quali sono i vantaggi e i rischi?

Le motivazioni di Ankara per entrare in guerra contro l’ISIS si sovrappongono a quelle di Washington e sono in diretto conflitto con i moventi del Partito dell’Unione Democratica curdo, alleato degli Stati Uniti nella lotta contro lo Stato islamico, ma considerato un gruppo terrorista dalla Turchia.

Ogni attore sta combattendo per i propri motivi, ma quali sono i veri obiettivi di Ankara e le conseguenze della sua scelta?

La Turchia ha cercato di indebolire lo Stato Islamico, che ha bombardato il territorio turco e realizzato una serie di attentati terroristici, tra cui un attacco suicida nella città meridionale di Gaziantep appena lo scorso fine settimana, che ha ucciso 54 persone ad un matrimonio.

Ancora più importante, Ankara sta rispondendo, sebbene piuttosto tardivamente, alle acquisizioni territoriali nel nord della Siria da parte delle forze del Partito dell’Unione Democratica curdo, che mira a collegare diversi "cantoni" per formare un territorio curdo lungo il confine con la Turchia, cosa che Ankara non accetterà mai.

Il rischio maggiore corso dalla Turchia nella guerra contro l’ISIS potrebbe essere in realtà la vera ragione per la quale è scesa in campo: quella di innescare un’escalation di caos nella regione e consentire al Partito per la Giustizia e lo Sviluppo di Erdogan di guadagnare voti elettorali.

Turchia in guerra contro l’ISIS: perché ora?

La Turchia ha scelto di esporsi ora perché il Partito Democratico curdo si sta espandendo da mesi sul confine della Turchia.

Inizialmente Ankara forse sperava che gli Stati Uniti avrebbero fatto pressione al gruppo affinché rispettassero le linee rosse territoriali, ma questo non è accaduto e per questo ha scelto di muoversi mercoledì per lanciare un messaggio forte e chiaro ai curdi.