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Tragedia nel Mediterraneo: l’Europa si è svegliata?
martedì 21 aprile 2015, di
Metabolizzata l’ennesima tragedia del Mediterraneo, l’Europa si desta improvvisamente dal torpore che negli ultimi mesi, che ha impedito all’occidente di occuparsi con la giusta premura del fenomeno migratorio.
Gli oltre 700 (si teme 950) naufraghi che hanno perso la vita nella notte di domenica scorsa nel canale di Sicilia, riportano al primo posto dell’agenda della Commissione Europea il problema degli sbarchi nel Vecchio Continente.
Spinto dall’eccezionalità dell’evento - siamo di fronte ad una delle più grandi tragedie di migranti che la storia ricordi - Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, attraverso il proprio account ufficiale Twitter, ha reso noto che nella giornata di giovedì si terrà una assemblea speciale, per affrontare l’annosa questione del Mediterraneo.
Un intervento decisamente tardivo rispetto alle molteplici sollecitudini esercitate dal governo italiano in più di un’occasione. Pressioni troppo timide secondo le opposizioni dell’esecutivo guidato da Renzi, reo di non essere riuscito attraverso la figura di Federica Mogherini, (alto rappresentante dell’U.E. per gli affari esteri e sicurezza) a destare il giusto interesse su un problema che non può essere annoverato tra le questioni di politica interna.
A spronare l’Europa ci ha pensato anche il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon:
"Sono scioccato e profondamente addolorato per il naufragio avvenuto al largo della costa libica - ha esordito il diplomatico sudcoreano - urge una presenza robusta di ricerca e soccorso nel Mediterraneo - ha continuato Moon, il quale ha concluso il suo intervento, auspicando una risposta globale al fenomeno - l’Italia subisce un pesante impatto per l’arrivo di tanti migranti; la comunità internazionale deve dare prova di solidarietà e di condivisione dell’onere di questa crisi."
Insomma, anche se tardivamente, la comunità internazionale sembra essersi resa conto dell’errore nell’aver "delegato" ad un solo Paese l’onere di risolvere le conseguenze legate all’elevato flusso migratorio in atto nel Mediterraneo: sarebbero più di 200.000 i migranti partiti alla volta dell’Italia nel 2015; con un incremento di circa il 30% rispetto all’anno precedente.
Un dato spaventoso, sottovalutato per troppo tempo dall’Unione Europea, capace a parole di mostrare solidarietà di fronte alle tragedie del mare, come nell’ottobre 2013 quando perirono 366 persone al largo di Lampedusa, ma nel concreto, di operare solo marginalmente nell’individuare un modo efficace per affrontare il problema.