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Torrentreactor e Torrents oscurati: a che punto è la lotta contro la pirateria in Italia?
martedì 4 dicembre 2012, di
La Guardia di Finanza di Agropoli ha oscurato i siti di file sharing Torrentreactor.com e Torrents.net, entrambi localizzati all’estero (il primo in Ucraina, il secondo in Svezia). Grazie a questi siti gli utenti italiani (si contavano circa 900.000 accessi al giorno) potevano liberamente scaricare musica protetta da copyright.
L’allarme della FIMI
L’allarme è stato lanciato dalla Federazione dell’Industria Musicale Italiana, che ha cercato di salvare i propri introiti denunciando i due siti, come afferma lo stesso pPresidente, Enzo Mazza: "Sapevamo che nelle prossime ore i siti Torrent sarebbero stati invasi dalle novità discografiche in classifica, tra cui anche ’Italia Loves Emilia’, i cui proventi delle vendite fisiche e digitali andranno a favore delle popolazioni colpite dal terremoto".
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Adesso Mazza si auspica che anche gli investitori pubblicitari che puntano su questa tipologia di siti vengano colpiti dalle sanzioni.
La Guardia di Finanza ha infatti stilato un comunicato in cui si rende noto che "le opere coperte da diritto d’autore illecitamente accessibili", per ciò che concerne Torrentreactor.com "sono state quantificate in quasi 1,7 milioni ed è stato stimato che siano stati percepiti oltre 4.700 dollari al giorno, grazie alla pubblicità, con l’incameramento di una somma complessiva pari a 5,2 milioni di dollari statunitensi".
Per quanto riguarda Torrents.net, invece, i guadagni si aggirerebbero intorno a una cifra di 3.200 dollari al giorno grazie alla pubblicità, per un "incameramento di una somma complessiva pari a 3,5 milioni di dollari statunitensi".
Naturalmente sui portali, oltre alla musica, era possibile anche scaricare film e serie tv, libri, videogiochi e software di ogni tipo.
Il caso Italianshare
La Guarda di Finanza di Agropoli non è nuova a questo tipo di operazioni, visto che già l’anno scorso aveva arrestato "Tex Willer", ovvero l’amministratore di Italianshare.it, che aveva incassato guadagni notevoli dalla sua attività illegale.
Insomma, si può dire con tranquillità che la FIMI abbia salvato il Natale dall’opera dei pirati d’assalto del web, ma il problema della pirateria, di certo, non si chiude qui, visto che sono ancora innumerevoli i siti di file sharing in cui gli utenti italiani possono tranquillamente effettuare download di file musicali, film e libri. Una lotta contro la pirateria che è ancora molto debole e che frena il mercato dello spettacolo, almeno a quanto riporta Confindustria Cultura Italia, secondo cui si conterebbero "migliaia di posti di lavoro e centinaia di milioni di euro persi".