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Tobin Tax sul trading ad alta frequenza, oggi il via. Verso il crollo dei volumi?
lunedì 2 settembre 2013, di
Scatta oggi in Italia la nuova tassa sul trading ad alta frequenza in borsa e sui derivati, la seconda fase della Tobin Tax, un processo avviato a marzo di quest’anno che mira ad una tassazione più ampia su tutta l’attività di transazioni finanziarie.
Trading ad alta frequenza, da oggi la tassa
La tassa sarà applicata a prescindere dal luogo di esecuzione della transazione e seguirà lo stesso schema introduttivo utilizzato in precedenza. Si tratterà di un’imposta applicata sul trading ad alta frequenza (HFT, high frequency trading) pari allo 0.02% di ogni singola transazione eseguita nell’arco di 0.5 secondi o più rapidamente.
Il tema dell’HFT è stato piuttosto controverso negli ultimi anni. Sono diverse le critiche mosse a questo tipo di transazioni; molti ritengono infatti che i sistemi utilizzati per l’invio di ordini ad alta frequenza siano spesso la causa delle disfunzioni, o dei black out sui mercati finanziari globali.
La Tobin Tax pan-Europea
Ma l’Italia non è la sola a muoversi in questa direzione, la tassazione sulle transazioni finanziarie rientra in un più grande disegno Europeo. L’Unione e la Commissione Europea intendono fare in modo che il settore finanziario contribuisca in maniera sostanziosa alle finanze pubbliche, scoraggiando allo stesso tempo quel tipo di operazioni che non contribuiscono all’efficienza dei mercati finanziari. Quest’idea ha ottenuto un discreto successo in Italia, ma anche in Francia, Germania, Grecia e Spagna, con l’intento di introdurre un sistema pan-Europeo di tassazione sulle transazioni finanziarie a partire dal prossimo gennaio 2014 e che sia effettivo sull’azionariato, i derivati e il mercato delle obbligazioni.
Tuttavia, non mancano notevoli critiche a questo progetto. Sono molti, infatti, a ritenere che questo sistema possa spingere i volumi verso altre giurisdizioni, come ad esempio quella del Regno Unito che non fa parte di questo schema pan-Europeo.
Previsioni: cosa ne sarà dei volumi?
Secondo gli analisti della International Securities Lending Association, questo schema di tassazione porterà ad un crollo dei volumi del 65%. Secondo la stessa ricerca, saranno Francia e Germania saranno le nazioni più penalizzate, con una perdita in termini di investimenti sul lungo periodo pari a circa 2 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l’Italia, bisogna notare come i volumi siano già piuttosto carenti. Secondo i dati Reuters, dopo l’avvio della prima fase della cosiddetta Tobin Tax, l’indice FTSE MIB, riferimento del mercato italiano, è sceso del 30% rispetto alla media di 90 giorni.
Secondo la stessa fonte Reuters, i volumi scambiati mensilmente in Europa sono aumentati del 14% tra il 2012 ed il 2013, ma in Italia la situazione è ben diversa, con un calo registrato del 10%, come è avvenuto anche in Francia, dove la tassa sulle transazioni finanziarie è stata introdotta nell’estate del 2012.
Fermenta, dunque, il dibattito attorno a questo progetto di tassazione pan-Europa che spacca in due l’opinione: c’è infatti chi lo considera uno strumento per la maggiore regolamentazione dei mercati e chi, d’altra parte, presagisce epiloghi devastanti per il settore finanziario.