Home > Altro > Archivio > The Economist: il problema dell’Italia? I suoi politici

The Economist: il problema dell’Italia? I suoi politici

martedì 5 novembre 2013, di Vittoria Patanè

L’Italia rappresenta, ancora una volta, un freno per il resto dell’Europa. Lo scorso 29 ottobre Antonio Golini, presidente dell’ISTAT, ha affermato che l’economia ha continuato ad arretrare nel corso degli ultimi tre mesi. Questo contraddice la visione del Governo che, al contrario, afferma che la più lunga recessione dalla seconda guerra mondiale ad oggi abbia già toccato il fondo. Lo stesso giorno il Ministro delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, ha rivisto verso il basso, da -1,7% a -1,8%, le sue previsioni sull’andamento economico nel 2013. Anche se la crescita ritornasse nel quarto trimestre, tutti concordano che questa sarà debole. La mancanza di crescita economica renderà molto difficile la missione del Governo di mantenere il tetto del deficit sotto il 3% e prevenire il fatto che l’enorme debito pari a 2 trilioni di euro raggiunga il 130% del PIL.

Le deprimenti prospettive dell’Italia stanno avendo un impatto esiguo sui media e sui mercati. Solo uno tra i maggiori quotidiani del Paese ha scelto di riportare le pessime notizie di Golini. I mercati sembrano convinti che la banca centrale americana riuscirà a conservare i propri soldi fino alla prossima primavera e, soprattutto, hanno fiducia nel fatto che Mario Draghi, presidente della BCE, farà “qualunque cosa” per salvare l’euro. Da qui, gli investitori hanno lasciato che lo spread tra BTP italiani e bund tedeschi scendesse a 250 punti base dai 475 fatti segnare il giorno in cui Mario Draghi fece la sua promessa nel luglio 2012.

Il problema di questo ottimistico punto di vista è che gli sconfortanti fondamenti dell’Italia sono legati alla stabilità politica. Solo così si potranno fare le riforme economiche strutturali di cui il paese ha bisogno. La corrente di centro sinistra guidata da Enrico Letta è stata portata dalla necessità – il risultato del rifiuto del leader del M5S Beppe Grillo di fare un accordo con entrambi i lati dopo le elezioni di febbraio. Ma c’è stata una piccola speranza che il PD, partito cui Letta a appartiene, e PDL, fondato da Silvio Berlusconi, avrebbero tratto ispirazione dalle prospettive deprimenti del paese per lavorare insieme in armonia.

Invece, il Governo ha dovuto operare sotto una cortina di fuoco costruita dagli alleati di Berlusconi. Il magnate televisivo ed ex primo ministro ha cercato di intimidire l’Esecutivo per fare in modo che esso soddisfacesse la sua campagna che prevedeva eliminazione dell’imposta sulla proprietà. E, a anche a causa di ciò, Saccomanni ha dovuto ridurre il budget destinato a stimolare la crescita nel 2014.

Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale, sembra convinto che Letta dovesse intervenire per fermare la sua condanna, o almeno salvarlo dalle conseguenze del verdetto. La più drammatica di queste potrebbe avvenire alla fine di questo mese quando il Senato voterà sulla sua espulsione.

La posizione del Cavaliere ha aperto una profonda frattura nel suo partito fra i “falchi”, che vogliono far cadere il Governo, e una fazione che recentemente ha sventato il tentativo di farlo. Qualcuno fra le “colombe”, incluso il vice-premier, Angelino Alfano, ricopre un ruolo nel governo Letta. Lo scorso 25 ottobre Alfano e altri quattro hanno boicottato una riunione dei dirigenti del PDL durante la quale Berlusconi ha confermato la sua volontà di cambiare il marchio del movimento in Forza Italia, successivamente lo stesso Alfano ha affermato che la leadership del Cavaliere non era in discussione, anche se le due fazioni sembrano dirigersi inesorabilmente verso la spaccatura.

Nel frattempo, una simile divisione potrebbe aprirsi anche a sinistra. Il prossimo 8 dicembre si deciderà chi sarà il segretario del PD. Senza dubbio la scelta ricadrà sul sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Nonostante le sue promesse di lealtà al governo, la tentazione di tramare alle sue spalle potrebbe essere parecchia, e crescerà di giorno in giorno mentre Letta si appellerà alla sua esperienza e alla sua serietà.

Un moderato con un grande appeal sugli elettori di centro sinistra, il 38enne Renzi ha promesso che in caso di vittoria totale del centro sinistra egli formerà un vero governo e farà le riforme di cui il paese ha bisogno. I sondaggisti avvertono che se il voto avvenisse prima di una riforma della legge elettorale, questo potrebbe produrre lo stesso risultato dell’ultima volta. I sondaggi mostrano che il M5S mantiene ancora il 20% delle preferenze, che è probabilmente abbastanza per produrre un altro Governo inutile. Nonostante l’Italia abbia bisogno di riforme economiche forti, i suoi rappresentati continuano a perdere tempo prezioso.

Traduzione libera a cura di Vittoria Patanè. Fonte: The economist

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.