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Tfr in busta paga, le cose da sapere

domenica 1 marzo 2015, di Stefania Manservigi

Da lunedì 2 marzo i lavoratori con almeno 6 mesi di anzianità alle spalle potranno richiedere al proprio datore di lavoro l’anticipo in busta paga del Tfr (il trattamento di fine rapporto), ovvero delle quote di salario accantonate ogni anno per la liquidazione.La scelta è facoltativa e spetta al lavoratore, per questo motivo prima di prendere una decisione a riguardo, è importante conoscere alcune cose. Vediamole di seguito.

Che cos’è il Tfr?Il Tfr corrisponde al 6,9% della retribuzione lorda che viene accantonata ogni anno dai lavoratori per formare la liquidazione o per costruire una pensione di natura privata integrativa della pensione erogata dall’Inps. A ciò si aggiunge sempre un’ulteriore quota dello 0,5% che va a finire in un fondo di garanzia costituito dall’Inps per garantire a tutti i lavoratori, anche in caso di fallimento di un’azienda, la liquidazione al termine di un rapporto lavorativo.

Rivalutazione delle quote accantonateLe quote accantonate per il Tfr vengono rivalutate ogni anno di una quota fissa dell’1,5% più i tre quarti del tasso di inflazione. Nel caso venissero destinate in parte alla costituzione di una pensione privata, la rivalutazione dipenderà dal tasso di rendimento del fondo pensione prescelto.

TassazioneUno degli aspetti da tenere in considerazione nell’effettuare la scelta di destinazione del Tfr, è quello sulla tassazione dello stesso. Il Tfr, infatti, subisce una tassazione differente a seconda si scelga di riceverlo come liquidazione, come anticipo in busta paga oppure di destinarlo a un fondo pensionistico privato.Quando il Tfr viene riscattato sotto forma di liquidazione il meccanismo di tassazione applicato tiene conto dell’aliquota media applicata sullo stipendio del lavoratore negli ultimi 5 anni. Se, invece, viene destinato a una forma di previdenza integrativa la tassazione risulterà agevolata: arriva infatti fino al 15% della rendita maturata e scende fino al 9% man mano che aumenta la lunghezza del piano di risparmio. La situazione più svantaggiosa, a livello fiscale, si ha con la scelta di ricevere il Tfr in anticipo in busta paga: gli incrementi di stipendio, in questo caso, saranno soggetti a tassazione ordinaria e quindi all’Irpef.

Vantaggi e svantaggi  Volendo quindi tirare le somme, si può affermare che il vantaggio che comporta il Tfr in busta paga si traduce in un aumento dello stipendio mensile. Lo svantaggio, tuttavia, è quello di ritrovarsi alla fine del rapporto di lavoro e, più in generale, al termine della propria carriera lavorativa, una liquidazione e una pensione integrativa più basse.

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