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Summit UE: il piano di salvataggio piace anche alla Cina

giovedì 27 ottobre 2011, di Nadia Fusar Poli

UE, CINA - La Cina ha accolto con favore il piano anti-crisi annunciato dall’ UE a Bruxelles, commentando che dovrebbe "sostenere la fiducia dei mercati" e infondere "nuova vitalità" per l’integrazione europea.

Dopo la maratona di discussioni, protrattasi per tutta la notte, l’Eurozona è riuscita a completare un piano anti crisi, il cui obiettivo primario è assicurare la sopravvivenza stessa della regione. Il piano include una riduzione del debito greco del 50% e la mobilitazione di 1.000 miliardi di euro attraverso il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF), per evitare il contagio verso paesi come Spagna e Italia.

La Cina, la seconda economia del mondo, “si compiace del consenso europeo sulla crisi del debito (raggiunto) al vertice UE”, ha detto Jiang Yu, portavoce del ministero cinese degli Affari Esteri , aggiungendo che il piano concordato “contribuirà a sostenere la fiducia del mercato promuovendo uno sviluppo economico sostenibile dell’Unione europea e dell’area dell’euro e infondendo una nuova vitalità per l’integrazione europea".

"Vogliamo una zona euro e una Unione europea e economicamente stabili. Crediamo che una crescita continua, stabile e sana dell’ UE, che è la prima economia del mondo, sia vitale per la ripresa economica mondiale", ha aggiunto Jiang Yu.

"La Cina sostiene le misure dell’Europa per affrontare la crisi finanziaria. Dovremmo studiare i modi per rafforzare la cooperazione bilaterale sulla base di un beneficio reciproco", ha poi aggiunto il portavoce cinese.

A Bruxelles, i paesi dell’area dell’euro hanno deciso di rafforzare la potenza di fuoco dell’ EFSF incrementando le sue garanzie a 1.000 miliardi di euro. Si è optato per un meccanismo che consente di mobilitare più fondi, senza che gli Stati siano costretti a spendere di più: un effetto leva. A questo meccanismo ne verrebbe aggiunto un secondo, un fondo speciale, probabilmente sostenuto dal FMI, che accoglierebbe i contributi provenienti dai paesi emergenti come la Cina. Ma nessun importo è stato annunciato.

Come il Giappone, anche Pechino sarebbe disposta a “rimpinguare” il fondo europeo (EFSF), ma nessun funzionario cinese ha ancora confermato queste informazioni. Il Direttore dell’ EFSF, Klaus Regling, volerà a Pechino nella giornata di Venerdì.

La Cina, che detiene 3.200 miliardi di riserve in valuta estera, sarebbe nella posizione ideale per investire, soprattutto perché possiederebbe già 500 miliardi di dollari del debito sovrano europeo. Nelle ultime settimane, il paese ha più volte ribadito il proprio sostegno per l’area dell’euro, seppur esortando gli europei a “far pulizia in casa propria”, attraverso la realizzazione di riforme.

L’aiuto cinese potrebbe contribuire a dare credibilità all’accordo strappato ieri, ma potrebbe far rabbrividire qualcuno. Con la Cina in prima linea, alcuni temono in effetti una forma di ingerenza di Pechino negli affari finanziari europei. Questa nuova porta che si è aperta alla Cina, potrebbe non rivelarsi un intervento neutrale in futuro.

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