Home > Altro > Archivio > Spagna: referendum sulle misure di austerity. Si profila un autunno di proteste
Spagna: referendum sulle misure di austerity. Si profila un autunno di proteste
lunedì 17 settembre 2012, di
Si profila un autunno di proteste per la Spagna, ancora una volta teatro di rivolte e manifestazioni, l’ultima quella di sabato scorso durante la quale i manifestanti scesi in piazza a Madrid hanno lanciato fumogeni ed esposto striscioni per esprimere il proprio disappunto sulla situazione economica che li afflige ormai da mesi.
Nonostante il governo abbia annunciato che le prossime misure economiche dovrebbero evitare ulteriori tagli, il paese non ne ha abbastanza e ora chiede un referendum popolare, caldeggiato a gran voce dal leader dell’UGT, Candido Mendez, il quale considera la possibilità di uno sciopero generale.
La Spagna è stanca e grida "No mas": un grido di protesta che coinvolge vigili del fuoco, insegnanti, studenti, operatori sanitari, stanchi di aspettare, stanchi di continuare a subire ancora senza mai trovare la risposta giusta ai problemi della propria nazione.
Già a luglio le piazze spagnole erano state invase da protestanti che lamentavano i tagli ai sussidi di disoccupazione, i licenziamenti nelle imprese pubbliche e la tanto discussa sospensione della tredicesima; i due leader di CCOO e UGT, rispettivamente Ignacio Fernandez Toxo e il già citato, Candido Mendez, avevano, in quell’occasione, chiesto di correggere le politiche di austerità, imposte dalle Istituzioni dell’Unione Euopea dal maggio 2010, ormai considerate completamente inadeguate.
Il governo spagnolo si muove ora con molta cautela, per paura delle reazioni esasperate della sua popolazione; si dice consapevole dei sacrifici che sta imponendo alla nazione, pur considerandoli necessari, se non vitali per la ripresa economica e dice che seguirà le raccomandazioni dell’UE.
La parola chiave per la Spagna è quindi in questo momento, referendum; gli spagnoli vogliono dire la propria e pretendono una risposta decisa alla crisi economica, dalla quale ancora non si intravede una via d’uscita.