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Silvio Berlusconi contro Monti, Casini, giustizia e politica e scende di nuovo in campo... a Milanello
venerdì 16 novembre 2012, di
Silvio Berlusconi scende in campo... ma è quello di Milanello. Tornerà infatti a seguire il Milan (e già fa la formazione, bocciando la difesa a 3 e promuovendo Montolivo a regista). Ma naturalmente, se stiamo parlando di Silvio Berlusconi, non possiamo non parlare delle sue dichiarazioni extra-calcistiche. Perché è tornato sul PDL, su Casini, su Mario Monti e naturalmente sulla giustizia: e, altrettanto naturalmente, ce ne ha avuto per tutti.
Su Mario Monti
"Io ho già fatto 3 passi indietro, ma quello che mi preoccupa sono i dati dopo 1 anno di governo tecnico: sono disastrosi. C’è una politica imposta dall’Europa, con l’egemonia tedesca che non pensa al bene di tutti, ma solo a se stessa. E penso che questa sia una tendenza da invertire". Glissa invece sull’ipotetica guida di Mario Monti a capo dei moderati: "Deve decidere lui, bisogna che lo domandiate a lui. Non fatemi domande precise di politica, c’è il mio segretario per questo, che è bravissimo".
Su Pier Ferdinando Casini
E’ più che un invito quello che il Berlusconi non più leader fa al leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini: "Non credo che voglia rappresentarsi come uno che non è di parola nei confronti degli italiani: per questo motivo credo che il mio passo indietro possa risultare decisivo affinché lui si dichiari e si impegni a far parte del centrodestra. Dopotutto lui ha detto diverse volte in pubblico e in sede istituzionale che se non ci fosse stata più la mia presenza, sarebbe rimasto nell’ambito del centrodestra".
Sulla politica
"Viviamo una situazione drammatica dal punto di vista del consenso e le elezioni in Sicilia hanno confermato quello che tutti i sondaggi dicevano, ovvero che il 70% degli italiani è disgustato da questa politica, da questi partiti e da questi protagonisti". Precisando che i suoi riferimenti sono da farsi alla situazione generale e non al suo partito, Berlusconi ha poi puntualizzato: "Anche il 30% che ha votato per i partiti, in un’indagine sommaria che abbiamo fatto, per il 50% ha votato per abitudine, per tradizione e per senso di responsabilità, ma allo stesso tempo è scontento dei partiti stessi a cui ha dato i voti. Perciò abbiamo un 70 più un 15% in più di italiani che non si trovano in sintonia con l’attuale politica italiana. Bisogna avere il coraggio di cambiare, vediamo cosa si potrà fare da qui al giorno delle elezioni".
Sulla giustizia
"Stiamo vivendo una fase difficile per la nostra democrazia, poiché quando in un Paese non c’è l’assoluta certezza di una giustizia e di giudici imparziali, ciò diventa barbaro e incivile: non è più nemmeno una vera democrazia e purtroppo ci troviamo in questa pericolosa situazione. A Milano ci sono 3 processi che definire una farsa è un eufemismo". "Ho prestato la dovuta attenzione", ha proseguito "ai casi giudiziari che mi sono stati gettati addosso e che mi hanno portato via tantissimo tempo. Ho dovuto passare interi sabati, domeniche e lunedì con gli avvocati e con l’indignazione di chi sa bene che nessuno di questi giudizi era basato sulla realtà. Ho dovuto giurare sui miei figli e sui miei nipoti che nessuno dei fatti che mi sono stati addebitati corrispondeva al vero: a testimoniarlo tutti i processi che mi hanno impegnato dal punto di vista finanziario e temporale, ma anche come pubblicità negativa e che in seguito si sono risolti in nulla".
Battute
Inevitabili anche le battute finali: "Stamattina ho fatto 72 flessioni, non sono poche per uno che ha la mia età, 56 anni". Poi si è rivolto a due giornaliste: "Però mi sento 35 anni e sono anche disposto a provarlo".