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Senato, bando ristorante: servizio garantito ad un organo dal futuro incerto?
venerdì 4 marzo 2016, di
Senato: è stato pubblicato il nuovo bando per la gestione del ristorante e di tutte quelle attività legate alla distribuzione di pasti e bevande ai membri di Palazzo Madama. L’intento è quindi quello di garantire un servizio per un organo dal futuro incerto?
Tra circa un mese infatti la riforma costituzionale che prevede l’abolizione del bicameralismo perfetto giungerà alla Camera per la seconda lettura, quella definitiva. Se venisse approvata non entrerebbe subito in vigore ma, in caso di approvazione tramite maggioranza assoluta (e non dei due terzi), potrà essere convocato un referendum costituzionale.
Dunque il futuro del Senato appare ancora incerto, tuttavia è appena stato pubblicato il bando che assegna la gestione triennale dei suoi servizi di ristorazione. Tale argomento negli ultimi anni è stato spesso al centro dell’attenzione pubblica.
L’offerta di piatti sofisticati a prezzi stracciati contribuì a far esplodere la polemica sui privilegi della Casta tanto che i politici corsero ai ripari aumentando le cifre sul menu. L’aumento dei prezzi però determinò un crollo della clientela, e dunque dei guadagni, con il conseguente licenziamento di personale. Seguirono poi la chiusura del ristorante e il fallimento del bando avviato nel 2014.
Ora è in atto un nuovo tentativo di concessione del servizio di ristorazione di Palazzo Madama, vediamo in cosa consiste.
Senato, ristorante: il contenuto del bando
In cosa consiste il nuovo bando pubblicato? L’azienda che risulterà vincitrice dell’appalto dovrà occuparsi, per un periodo di tre anni, di una serie di servizi di ristorazione tra cui due ristoranti, la caffetteria, il servizio di ristoro e rappresentanza, la tabaccheria e i distributori automatici. Il bando, secondo quanto specificato nel testo:
“ha ad oggetto i servizi di ristorazione del Senato della Repubblica nella loro interezza, rivolti ad una platea di fruitori particolarmente qualificata e con esigenze professionali e di rappresentanza non ordinarie”.
Il bando prevede infatti la cessione della gestione dei servizi di ristorazione solo a soggetti qualificati che negli ultimi tre esercizi hanno realizzato un importo almeno pari a 7,5 milioni di euro. Il nuovo appaltatore dovrà inoltre acquistare in proprietà le attrezzature attualmente presenti negli impianti di ristorazione del Senato, al prezzo che sarà specificato nel capitolato d’oneri, e assorbire nello staff gli attuali addetti.
Senato, ristorante: i profitti
Il nuovo bando mette in palio la gestione del servizio di ristorazione di Palazzo Madama per un periodo di tre anni e pari ad un importo di poco superiore ai 6,2 milioni di euro.
Tale gestione permetterà al vincitore della gara di ricavarne un guadagno notevole. Il servizio più fruttuoso è il ristorante di Palazzo delle Coppelle in cui si servono 550 pasti al giorno per un valore di 140 mila euro l’anno, una quota più modesta è invece quella ricavata dal self service al piano terra di Palazzo Madama, dove si guadagnano appena 160 euro al giorno.
Ad essi si aggiungono i 436 mila euro della caffetteria, gli 85mila del servizio di ristoro e rappresentanza, altri 15 mila di “aperture speciali”, i 114 mila derivanti dalla tabaccheria e i 177mila euro dei distributori automatici.