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Scuola: il 24 settembre il concorso per docenti, ma è già polemica
venerdì 31 agosto 2012, di
In arrivo il concorso per docenti: 24.000 posti in palio, una guerra (al 50%) tra precari e neolaureati. E nonostante i buoni propositi, tra tutti quello di inserire personale giovane nelle classi di istruzione delle scuole, è polemica rovente sulle modalità con cui è stato indetto il concorso.
Parola al ministro Profumo
Intervistato da Tgcom 24, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha tentato di assicurare tutti: "Il concorso sarà serio e con uno scopo principale: reclutare i docenti che dovranno insegnare nelle nostre scuole nei prossimi 20-30 anni. C’è la necessità di un programma al fine di dare la possibilità ai giovani di entrare nel mondo della scuola; faremo un concorso il 24 settembre, poi un altro nella tarda primavera e poi uno ogni due anni: da una parte ridurremo il numero delle persone in graduatoria, dall’altra avremo il secondo canale del concorso. Credo sia un buon modo per tornare a essere un Paese normale".
Per quanto riguarda il funzionamento del concorso, Profumo ha precisato: "Sarà un canale doppio: graduatorie da un lato e il concorso dall’altro; l’insegnante sarà una persona capace di stare con i giovani. Spesso le sole competenze non bastano. In seguito, nella fase preliminare, andranno valutate le capacità dell’insegnante dal punto di vista della logica e dell’interpretazione di un testo".
Precari contro neolaureati: una guerra tra poveri
Il quadro che ne emerge, però, risulta piuttosto imbarazzante: una guerra tra poveri, se così si può definire, tra precari (pronti a scendere in piazza con il sostegno del Pd, che però a sua volta sostiene anche il ministro Profumo) e neolaureati, ovvero quei ragazzi appena usciti dalle università, colpevoli di superare in un attimo solo sia i precari che hanno superato il concorso del 1999, sia (addirittura) quelli che lo hanno superato nel 1990 e che, nonostante questo, sono ancora precari. Ci sarà il 50% delle possibilità per ciascuna delle due categorie, ma il divario tra i due gruppi è piuttosto evidente, merito anche degli anni di precarietà alle spalle: 163 mila i precari, solo 60 mila i neolaureati.
Il proposito è ottimo, poiché pareggia tutti coloro che nel corso di questi anni hanno tentato di entrare (invano) nelle scuole o di avere delle cattedre (al di là dei soliti problemi che gravitano attorno al mondo dell’istruzione), a quelli che sono usciti adesso dalle università, evitando loro di aspettare tempo e di proseguire dunque una sorta di girone dantesco, che è lo stesso in cui militano ormai da molti anni i precari di cui sopra.
Sulla polemica in corso consigliamo tuttavia una lettura interessante, una sorta di testimonianza a opera di Christian Raimo sul blog di Minimum Fax, per avere ben chiaro il punto di vista della prima categoria.
Un po’ di numeri
60 mila persone tra i 27 e i 35 anni, 30 mila i laureati abilitati fuori graduatoria, 21 mila gli aventi diritto a una cattedra che hanno frequentato tirocini formativi attivi. In totale saranno 11.892 i posti disponibili per i post-laureati, 12.000 per coloro i quali rientrano nelle graduatorie a inserimento. Saranno in tutto circa 200 mila i candidati che si presenteranno al concorso.