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Renzi promette tagli alle tasse e raccoglie scetticismo. I dettagli della proposta e il rebus coperture

lunedì 20 luglio 2015, di Sara Santarelli

Una vera e propria tax revolution quella presentata sul palco dell’Expo a Milano da Matteo Renzi per l’Assemblea nazionale del PD, l’ultima prima della pausa estiva.

Il premier prevede un triennio, quello 2016-2018, denso di grandi cambiamenti per il piano economico italiano: via libera per eliminare la Tasi, IMU sulla prima casa e riduzione di Ires e Irap.

Nel dettaglio:

  • 2016: abolizione della tassa Tasi;
  • 2017: riduzione delle tasse Ires e Irap;
  • 2018: taglio delle Aliquote Irpef per coloro che hanno redditi medio-bassi. Per gli anziani con pensione minima, arriverà il bonus di 80 euro.

Renzi definisce le sue promesse come una rivoluzione copernicana del fisco:

«È un patto con gli italiani. Abbiamo sempre detto che finalmente dopo tanti anni di immobilismo si può. Abbiamo iniziato con gli 80 euro, l’Irap. Se le riforme andranno avanti e credo che lo faranno, nel 2016 via tutte le tasse sulla prima casa, nel 2017 via una buona parte dell’Ires, nel 2018 scaglioni Irpef».

«I numeri per portare a casa questo risultato, continuando ad abbassare il debito perché altrimenti i nostri figli dovranno continuare a pagare le nostre colpe e non è giusto, ci sono a condizione che il Parlamento continui a lavorare con intensità».

La sua politica si pone sul versante opposto a quella che promette agli italiani le tasse:

«Da quando siamo al governo noi, abbiamo iniziato a restituire soldi che sono degli italiani. Se finalmente arriva questo messaggio di fiducia, l’Italia, che è un grande paese, smette di essere un paese di piagnistei e lamentele e torna a essere locomotiva d’Europa».

Si parla di tagli alla cassazione per un totale di 45 miliardi di euro nel triennio preso in esame.

Il premier, inoltre, avanza l’ipotesi per il progetto di abolire l’IMU sui terreni agricoli e sugli impianti industriali; per fare ciò, però, dovrà fare i conti con l’Europa, ma soprattutto con i vincoli di bilancio, visto l’impegno a portare il rapporto deficit/Pil sotto al 3%. Un elemento che rende la promessa molto difficile da mantenere visto le previsioni di crescita per ora asfittiche per i prossimi anni.

Per far fronte al patto Renzi-italiani ed attuare le promesse sono necessari 16,8 miliardi di euro: 728 milioni di euro servono entro la fine dell’anno esecutivo (fine settembre) per evitare l’aumento delle accise sul carburante.

Inoltre, con la prima legge di stabilità del nuovo anno Esecutivo saranno richiesti 16 miliardi, al fine di evitare l’aumento dell’IVA e la conseguente riduzione delle detrazioni fiscali.

Renzi ritiene i tagli delle tasse come una priorità per le tasche degli italiani; per questo, entro l’8 agosto, impone la riforma della Pa e, entro settembre, prima della legge di stabilità, la riforma costituzionale al Senato.

L’interrogativo sorge spontaneo: per i tagli occorrono le risorse, dove riuscirà a trovarle Renzi?

Dove sono le risorse di Renzi per effettuare i tagli promessi?
Secondo Paolo Zabeo, della CGIA di Mestre, le promesse di Renzi devono essere prese con le pinze, ritiene, infatti, che non sempre i suoi discorsi risultano essere attendibili.

"Pur riconoscendo che con questo Governo si è invertita la tendenza - grazie all’introduzione del bonus degli 80 euro, alla decontribuzione totale per 36 mesi per coloro che assumono un dipendente a tempo indeterminato e all’abolizione dalla base imponibile Irap del costo del lavoro dei dipendenti con un contratto a tempo indeterminato - è necessario proseguire su questa strada, senza, però, lanciare promesse che rischiano di non essere mantenute".

Renzi ha promesso dei tagli e ha garantito che le risorse per effettuare tale rivoluzione si trovano; ha però dimenticato di menzionare nello specifico dove andrà a reperire le suddette risorse.

Cosa ne pensano le parti sociali?
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e di Rete Imprese Italia, ha commentato la tax rivolution di Renzi:

"L’impegno del governo a ridurre le tasse dal prossimo anno è una mossa che va nella giusta direzione per trasformare timidi e alterni segnali di ripresa in una crescita più robusta"

Per il segretario confederale della UIL, Guglielmo Loy, al contrario, è importante raggiungere un risultato finale positivo. Quanto promesso da Renzi risulta essere rischioso visto l’alto costo di 3,8 miliardi di euro:

"ogni taglio delle imposte va bene, ma non vorremmo, com’è successo, purtroppo, negli anni scorsi, che, in assenza di risorse certe dei Comuni, la pressione fiscale ’locale’, invece di diminuire, aumenti".

F

rancesco Paolo Capone, generale dell’UGL, infine, ricorda che le promesse di Renzi non sono nulla di nuovo. La rivoluzione delle tasse è qualcosa di già sentito e provato e ricorda, più che una rivoluzione copernicana, è una "rivoluzione berlusconiana".

Non si astiene dal dare la propria opinione il cavaliere Silvio Berlusconi. La sua è una vera e propria sfida nei confronti del premier:

«Le tasse sulla casa le abrogammo noi nel 2008. C’è qualcuno che crede che Renzi lo possa fare davvero?»

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