Home > Altro > Archivio > Renzi, Def: stangata su banche, rendite finanziarie e manager pubblici
Renzi, Def: stangata su banche, rendite finanziarie e manager pubblici
mercoledì 9 aprile 2014, di
Ieri sera è stato presentato il tanto atteso documento di economia e finanza nel quale il premier ha messo nero su bianco dove e come prenderà i soldi per le riforme annunciate nel mese di marzo, all’Indomani del suo insediamento.
Il Def è stato varato ieri sera dal Consiglio dei ministri e poi presentato in conferenza stampa dal premier Renzi. La scure del governo sembra che si sia abbattuta su tre simboli di potere e di ricchezza ai quali, da tempo, i cittadini chiedono di stringere la cinghia. Le coperture finanziarie per i provvedimenti promessi da Renzi infatti, arriveranno anche dall’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, esclusi i Bot, dal tetto agli stipendi dei manager pubblici e dalle banche.
Ma vediamo meglio di cosa si tratta.
Plusvalenze delle banche
Prima provvedimento inatteso, ma ben accolto è l’aumento della tassazione sulle plusvalenze derivanti dalle rivalutazioni delle quote della Banca d’Italia, la cui aliquota sale dal 12 al 26%. Si tratta di un provvedimento retroattivo che ha già scatenato le proteste dell’Abi.
Il raddoppio della tassazione sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia servirà per il taglio del cuneo fiscale e ricadrà principalmente sui due principali azionisti di Bankitalia, Unicredit e Intesa Sanpaolo. A caldo, già dopo l’uscita delle prime bozze del Def, il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini ha definito la misura "ingiusta e illogica".
Manager
Seconda "vittima" dei tagli del governo sono i manager delle aziende pubbliche che, ha detto Renzi, “hanno preso troppo”. Già nelle scorse settimane il premier aveva anticipato di voler fissare un tetto agli stipendi dei manager al livello dello stipendio del Presidente della Repubblica scatenando la reazioni dell’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Moretti.
Renzi ieri ha spiegato “siccome Napolitano si è ridotto lo stipendio a 238mila euro, da 270mila, non potranno prendere più di 238mila euro. Per la prima volta c’è un limite rilevante, tante aziende erano sopra questa cifra. Non possiamo nominare persone che guadagnino più di quelle cifre. Abbiamo dato una stretta molto decisiva, che varrà tra i 350 e i 400 milioni, ma al di là della cifra conta il valore simbolico. Io sono affezionato ad Adriano Olivetti che diceva che un amministratore delegato non può guadagnare 10 volte di più di un dipendente”.
Tassazione rendite finanziarie
Terzo obiettivo del governo è la tassazione delle rendite finanziarie. Il governo Renzi intende intervenire sull’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, che sarà tagliata del 5% quest’anno e del 10% a partire dal prossimo anno. I poco più di 2 miliardi necessari verranno dall’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, la cui aliquota passerà dal 20 al 26%. Restano esclusi i Bot, gli strumenti finanziari più utilizzati dai piccoli risparmiatori.