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Rehn: la Spagna ha risposto alla crisi con misure efficaci, ora il problema è la crescita

giovedì 15 novembre 2012, di Michael Stagnitto

La Spagna ha risposto alla crisi attraverso misure "efficaci", riuscendo a mantenere sotto controllo la propria situazione fiscale nel 2012.

Queste sono le parole di Olli Rehn, Commissario europeo agli affari economici, il quale aggiunge che nuove misure saranno necessarie per raggiungere nuovi target nel 2014, segno che la Spagna ha eseguito il programma per aggiustare i propri conti con successo, almeno per tutto il 2013.

I mercati prevedevano un piano di aiuti per la Spagna

Le parole di Rehn hanno deluso le aspettative dei mercati che attendevano la cessione di nuovi aiuti per la Penisola Iberica, ma che per il momento sarebbero del tutto inutili, con Madrid che è già riuscita a soddisfare le sue esigenze di rifinanziamento per quest’anno.

Rehn ha ribadito che un nuovo piano di aiuti è una decisione che spetterebbe al solo Governo spagnolo, ma che sembra non essere in programma sino alla prossima valutazione in Febbraio.

Se la Spagna non avesse superato il test della commissione Ue, il Governo spagnolo, guidato da Mariano Rajoy, averebbe dovuto introdurre nuove misure di Austerity o incappare in eventuali sanzioni.

Il Pil greco crollato del 7,2% nel terzo trimestre

Nei giorni delle proteste contro l’austerity in tutta Europa, è stato diffuso il dato sul Pil greco nel terzo trimestre, crollato del 7,2% su base annua.

La commissione Ue prevede un -6% e un -4,2% per il Pil nel 2013, sottoponendo Atene al sesto anno recessivo consecutivo.

Anche Charles Dallara, Direttore dell’istituto di finanza Internazionale (lfi), che rappresenta i creditori privati dello stato ellenico, ha dichiarato che "senza una stabilizzazione dell’economia ed un ritorno alla crescita, è impensabile una sostenibilità del debito".

Il debito non è più il centro del problema: ora bisogna pensare alla crescita

Dallara ha poi denunciato l’insostenibilità di una recessione scaturita dalle opprimenti misure di austerity, che hanno portato il Paese in un vortice recessivo che oramai continua da cinque anni.

"Non è praticabile l’ipotesi di una ristrutturazione della quota di debito pubblico in mano agli stati e alle istituzioni europee ed internazionali. Avviare un dibattito su questo non sarebbe produttivo - ha continuato Dallara - è invece più praticabile l’ipotesi di ridurre i tassi di interesse a cui si prestano aiuti alla Grecia. Il debito non è più il centro del problema, è sulla crescita che bisognerebbe porre l’accento."

Il problema della crescita sicuramente sarà oggetto di interesse, con Eurostat che si prepara a diffondere il dato sul Pil di eurolandia del terzo trimestre. Le attese sono per una contrazioni dello 0,1% su base trimestrale, e dello 0,6 su base annua, dati che metteranno ulteriormente in discussione le politiche di rigore e austerità imposte dai tedeschi sull’eurozona.

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