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Referendum costituzionale: data ancora sconosciuta. Cosa c’è dietro?
venerdì 2 settembre 2016, di
Referendum costituzionale: data ancora ignota, cosa sta succedendo e perché tanto mistero?
In vista della chiamata alle urne per votare la riforma costituzionale promossa dal Governo Renzi ci interroghiamo sulla data del referendum costituzionale e sul perché è ancora sconosciuta.
La situazione di stallo attuale riporta ad una vecchia dichiarazione di Mattarella che ha definito “surreale come la caccia a Pokemon” questo clima di incertezza che circonda la data del referendum.
Le parole colorite sono state un richiamo alla concretezza, decisamente difficile da ravvisare oggi se si parla di riforma costituzionale, la cui votazione e relativi tempi sono impantanati nella burocrazia.
Tra polemiche e informazioni incomplete, oltre ad aver cercato di capire quando e come si vota al referendum costituzionale vediamo quali sono le novità più significative di questi giorni in merito alla data del referendum costituzionale.
Gli italiani verranno a breve chiamati a votare per decidere il destino di una riforma sostanziale della Costituzione italiana i cui punti cardine sono ormai noti: dal superamento del bicameralismo perfetto, ad una nuova redistribuzione dei compiti tra Stato e Regione, a novità in materia di quesiti referendari, nuovi sistemi elettivi per Presidente della Repubblica e Giudici della Corte Costituzionale e abolizione delle Province.
Il referendum costituzionale, voluto e promosso dal Governo Renzi, ha diviso il parlamento e l’elettorato in quanto ad intenti e conseguenze dell’eventuale vittoria del Sì o del NO.
Non è chiara quale sia la data del referendum costituzionale, si parlava di novembre e anche di anticiparlo ad ottobre, ma Renzi non si è espresso in proposito dichiarando di aver pensato a tutto ultimamente tranne che al referendum costituzionale.
Perché ancora non è noto quando andare a votare per il referendum? Le ipotesi sono tante. Il Governo si è concesso una forbice molto ampia per scegliere una data - dal 9 ottobre al 18 dicembre è il periodo papabile - ma resta un mistero perché si tentenni su una scelta tanto decisiva.
Questo quesito referendario ha infatti un proprio peso specifico intrinseco data la materia delicata che tocca, ma nel tempo ha assunto le vesti di una prova finale dell’operato del premier: la sconfitta al referendum significherebbe sfiducia nei confronti dell’esecutivo impersonato da Renzi e quindi la vittoria del NO potrebbe essere un enorme fallimento politico oltre che un insuccesso legislativo.
Vediamo ora a fronte di queste considerazioni, cosa sappiamo sulla data del referendum e cosa c’è dietro a questo riserbo.
Data referendum costituzionale: perché è ignota? Renzi non è chiaro
Renzi non si espone sulla data del referendum costituzionale:
“Non abbiamo pensato alla data del referendum, in questa settimana ho pensato a tutto meno che al referendum, ma se vince il NO chi mi conosce sa cosa farò.”
La data non è stata ancora stabilita, ma ci sono molte polemiche al riguardo. Il presidente Mattarella ha definito "surreale come la caccia ai Pokemon" l’alone di incertezza che circonda la data del referendum confermativo.
Si era ipotizzato inizialmente di proporre il 2 ottobre, ma la possibilità è chiaramente sfumata, anche se forse il Governo lo sapeva dall’inizio che era infattibile.
Referendum ad ottobre? Era impossibile giuridicamente, i tempi erano sballati: per renderla effettiva dopo varie sollecitazioni del presidente della Repubblica a rispettare i tempi previsti, la Corte di Cassazione aveva fino al 15 agosto per pronunciarsi e passare la parola al Governo.
Questo entro 60 giorni doveva proporre al capo dello Stato di indicare una data per il referendum che fosse tra i 50 e i 70 giorni successivi, il che ha chiaramente fatto sì che ottobre non fosse più giuridicamente praticabile.
Quindi la data ancora non c’è perché bisogna attendere la Corte e valutando il tempo rimasto ora al Governo per presentare la proposta - fra i 50 e i 70 – ci troviamo di fronte ad una forbiche che va dal 9 al 18 dicembre.
Tutta colpa di trastulli burocratici all’italiana o indecisione studiata a tavolino per rimandare?