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Rappresentanza sindacale: a un mese dall’accordo storico vediamo cos’è cambiato

mercoledì 10 luglio 2013, di Vittoria Patanè

Ci sono voluti 60 anni per raggiungere un accordo che mettesse finalmente fine alle divisioni riguardanti la rappresentanza e la democrazia sindacale.

La firma è arrivata lo scorso 31 maggio, giorno in cui Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, dopo quattro ore di serrato confronto, hanno siglato l’intesa.

Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti ed il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi parlano all’unisono di una “svolta storica” che, aggiunge il leader di Confindustria “"Ci permetterà di avere contratti di lavoro pienamente esigibili”.

In un momento come questo in cui precariato e disoccupazione sono diventate parole simbolo di un’Italia in recessione, in cui l’economia va a rilento e le tasse “strozzano” i cittadini di qualsiasi classe sociale, questo compromesso rappresenta un primo passo avanti verso quella crescita che tutti sperano di ottenere, ma che nei fatti sta diventando un’utopia.

Soddisfatto anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha affidato a Twitter le sue considerazioni:

“Una bella notizia l’accordo appena firmato Confindustria-Sindacati. È il momento di unire, non di dividere, per combattere la disoccupazione”.

Cosa prevede l’accordo?

Confindustria e sindacati finalmente insieme quindi allo scopo di risollevare il Paese partendo proprio dai lavoratori.

L’intesa riguardante democrazia e rappresentanza, attesa per sessant’anni, definisce infatti non solo la maniera con cui misurare la rappresentanza delle organizzazioni sindacali, ma anche le regole alla base dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL).
Per quanto riguarda la prima, ai fini di stabilire il potere d’intervento di ogni organizzazione sindacale, importante soprattutto in materia di rinnovi contrattuali, valgono:
le deleghe sindacali (trattenuta operata dal datore di lavoro su mandato del lavoratore stesso) comunicate dal datore all’INPS, cui spetta il compito di certificarle e il numero di voti ottenuti da ogni singolo sindacato all’interno delle elezioni delle RSU (Rappresentanze Sindacali Unite). Queste ultime rimarranno in carica per 36 mesi e il numero degli iscritti e il voto per le RSU peseranno ognuna per il 50%.

Il compito di calcolare la rappresentanza di ogni organizzazione sindacale, per ogni singolo CCNL, spetterà ad un ente esterno certificatore. Le RSU saranno elette con voto proporzionale alle preferenze ottenute, superando così 1/3 destinato alle Organizzazioni Sindacali firmatarie di CCNL, e vi è l’impegno a rinnovare quelle scadute nei successivi sei mesi.

Una volta calcolati i voti, i sindacati che avranno superato la soglia di sbarramento del 5% potranno sedere al tavolo della trattativa.

Contratti esigibili

Quanto all’importante nodo riguardante la validità ed esigibilità dei contratti nazionali, l’intesa determina le regole attraverso le quali i contratti nazionali vengono resi esigibili mediante una procedura formalizzata e condivisa da sindacati e industriali.
Un CCNL sarà esigible quando:

  1. sia sottoscritto da almeno il 50%+1 delle organizzazioni sindacali deputate a trattare;
  2. sia validato, tramite consultazione certificata, dalla maggioranza semplice dei lavoratori e delle lavoratrici, con modalità operative definite dalle categorie.

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