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Rapporto Censis 2012: più disoccupazione, più povertà, più ansia
venerdì 7 dicembre 2012, di
Non si può dire che i dati del rapporto Censis sulla situazione del paese nel 2012 lascino stupiti. Quella presentata dal Censis infatti è la fotografia di un paese in cui la percentuale di disoccupazione è in crescita così come la povertà è una realtà sempre più diffusa nell’ambito della classe media. Inutile sottolineare come gli italiani accusino pesantemente la situazione, manifestando ansia e paura ad essa correlate.
Certo, probabilmente questa era una consapevolezza già ampiamente, ed amaramente, condivisa dall’uomo della strada.
Povertà
L’aumento della povertà e la sua diffusione sempre più ampia nelle classi medie viene testimoniata dall’incremento dei soggetti costretti a vendere i propri beni per arrivare a fine mese.
Il ricorso al monte dei pegni e alle numerose strutture che acquistano oro o altri beni è spia di una sempre maggiore difficoltà del ceto medio ad arrivare a fine mese.
Oltre 2.000.000 le famiglie italiane che hanno già impegnato o venduto oro e gioielli, in aumento anche coloro che si sono privati di opere d’arte o suppellettili: 300.000 famiglie.
L’85% delle famiglie ha poi cercato di eliminare gli sprechi, mentre il 73% ha la necessità di ricorrere alle promozioni per fare la spesa.
Il progressivo declino verso la povertà scaturisce in una decisa flessione dei consumi, che è salita dal 2,8% del primo trimestre 2012 ad oltre il 4% del secondo. Questo significa un passo indietro ai livelli del 1997, con un consumo medio annuo pro-capite inferiore ai 16.000 euro.
I tagli ai consumi hanno riguardato vari settori della vita quotidiana dei cittadini.
- Il 66% degli italiani ha tentato di limitare l’uso di auto o moto per non consumare benzina; parallelamente aumentano le vendite di biciclette.
- Il 42% degli abitanti del bel paese ha rinunciato ad un viaggio.
- Il 40% si è limitato nelle spese relative a vestiario e calzature.
- Il 38% in meno quelli che si concedono un pranzo o una cena fuori casa.
Disoccupazione
In crescita secondo il Censis(ma era in fondo sotto gli occhi di tutti) la disoccupazione. Viene segnalata una flessione del 3% degli occupati nel nostro paese. 240.000 posti in meno per i giovani: si assiste impotenti ad un progressivo invecchiamento della classe lavoratrice. Se nel 2001 gli occupati under 35 erano il 37,8% del totale, nel 2011 tale percentuale si è ridotta drasticamente, crollando al 26,4%.
Parallelamente cresce il numero dei soggetti alla ricerca di un impiego: si calcola un aumento di 700.000 unità nel periodo intercorso tra il primo semestre del 2011 e lo stesso periodo del 2012. Si tratta di numeri preoccupanti, che sanciscono un incremento del 34% dei soggetti in cerca di occupazione.
Solo l’occupazione femminile riesce a risollevare le proprie sorti crescendo del 1,2%. Si stima che il trend proseguirà nel 2012 quando si toccherà un picco di 118.000 nuovi impieghi per le donne.
Ansia e percezioni negative
Inutile dire come queste situazioni siano gravide di stress per gli italiani che accusano una crescente ansia. L’ottimismo del paese è ai minimi storici, soverchiato da una serie di fenomeni che vanno acquisendo contorni sempre più definiti nella mente dell’uomo comune e che gli pendono minacciosi sul capo come una spada di Damocle. “Fenomeni enormi” come la speculazione internazionale, la crisi dell’euro, lo spread, la fragilità delle banche e il rischio default, che gli italiani sentono sempre più vicini e vedono concretizzarsi nel costante calo del proprio potere d’acquisto, nella riconfigurazione inedita del lavoro verso l’orizzonte di un’instabile flessibilità e nella paura dei piccoli imprenditori di perdere la propria attività.
Un’ansia testimoniata dalla percezione di una sempre maggiore distanza tra Stato e soggetti sociali.
Gli Italiani sono sempre più diffidenti nei confronti delle attività del Governo che non sono percepite funzionali a un percorso comune.
In definitiva secondo il Censis il rigore dello Stato non ha generato un’adeguata “forza psichica collettiva”.