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Rai privatizzata? Ecco le tre ipotesi al vaglio del Governo

lunedì 28 ottobre 2013, di Vittoria Patanè

Sono anni che, di tanto in tanto, spunta fuori l’ipotesi privatizzazione Rai. Stavolta ci ha pensato il Ministro Fabrizio Saccomanni che, nel corso della trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa”, ha parlato della possibilità di vendere non solo Eni, ma anche la TV pubblica:

"È una società di cui lo Stato è azionista, stiamo guardando ogni possibile soluzione, l’obiettivo è dare una mano alla riduzione del debito pubblico",

ha affermato il Ministro, mandando nuovamente su tutte le furie partiti e sindacati. Sì, perché proprio questo sarebbe il vero problema. Dal PD all’(ex?) PDL, ogni volta che qualcuno prova a “toccare” la Rai si scatena un putiferio. I nostri politici non sono disposti a rinunciare alla televisione di Stato. Lo è ancora meno Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai che, a poche ore dalle dichiarazioni di Saccomanni, ha già chiesto chiarimenti e si è detto pronto a dare battaglia.

Ma nel frattempo continuano gli studi da parte del Governo sui possibili modi di privatizzare la tv pubblica. Al vaglio, attualmente, ci sarebbero tre opzioni.

1. Rai: da Tv di Stato a public company

La prima ipotesi studiata dal Governo consisterebbe nel trasformare il Rai in una società quotata in borsa con azionario diffuso. Rai 2, Rai 3 e i vari canali disponibili sul digitale (Rai Storia, Rai Sport, ecc.), secondo il piano, verrebbero quotate su Piazza Affari previa divisione in società minori allo scopo di evitare una concentrazione azionaria troppo rilevante.

La vendita, secondo la valutazione di Mediobanca, permetterebbe allo Stato di ricavare ben 2,47 miliardi di euro da destinare al finanziamento del debito pubblico italiano.

I compratori ci sarebbero già: uno su tutti, il tycoon egiziano Tarek Ben Ammar che in tempi non sospetti, si era detto disponibile ad acquisire la Rai e ad affrontare l’ira di sindacati e partiti.

2. Rai diretta da una fondazione

Avete presente le varie fondazioni che nel corso del tempo si sono impadronite delle banche italiane? Il caso più famoso è senza dubbio quello di MPS e l’ipotesi andrebbe esattamente in questa direzione. Questa soluzione infatti, consiste nel mettere a capo della Rai una fondazione che la gestisca.

Lo studio, basato sul modello tedesco (in Germania le grandi TV sono dirette da fondazioni) appare oggi il meno appetibile, anche a causa del fatto che, le ingerenze politiche non solo non verrebbero meno, anzi rischierebbero di essere ancora più forti. Siamo proprio sicuri di voler ripetere gli errori del passato?

3. La Rai all’asta

L’ultima ipotesi vagliata dal Governo sarebbe quella di mettere in atto una gara per cedere il servizio pubblico.

La Rai verrebbe divisa in vari pacchetti che successivamente verrebbero messi all’asta e permetterebbero agli acquirenti di riscuotere le quote del canone pagate dagli utenti.

I suddetti acquirenti però dovrebbero impegnarsi a rispettare le linee guida tenute dal servizio pubblico. In questo caso però la Rai non potrebbe basare i propri introiti su un canone automatico, ma su quelli derivanti dai vari servizi vinti in asta. Insomma lo scopo sarebbe quello di privatizzare parzialmente la TV pubblica, da un lato proseguendo sulla strada del servizio pubblico, dall’altro dandolo in mano ai privati.

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