Produzione industriale eurozona debole a gennaio, ma euro/dollaro ritrova 1,39

Non è bastato nemmeno il sorprendente risultato negativo di gennaio della produzione industriale nell’eurozona a far scendere la moneta unica sui mercati internazionali. Il tasso di cambio euro/dollaro ha ripreso a correre e poco fa è salito nuovamente sopra la soglia di 1,39, dopo aver sperimentato ieri una correzione tecnica fino in area 1,3830.

Secondo quanto comunicato dall’Eurostat, la produzione industriale dell’Ue-18 è diminuita a -0,2% a gennaio contro un +0,5% stimato dagli analisti, dopo il calo dello 0,4% del mese precedente (a novembre era +1,6%). Su base tendenziale, però, il risultato è positivo a +2,1%. A sostenere la moneta unica sono ancora una volta i forti flussi di denaro estero, che continuano a riversarsi nei bond pubblici dell’eurozona.

Stamattina l’asta dei Bot annuali ha visto i tassi scendere a un nuovo minimo storico (0,592%). La forza dell’euro sta facendo però arretrare i listini azionari continentali, che iniziano a subire il maxi-apprezzamento della moneta unica in quanto produce effettivi negativi sui bilanci delle aziende esportatrici dell’Ue-18, in particolare i paesi della periferia. Sul forex l’euro ha toccato un top intraday a 1,3905 dollari, un livello appena più basso di 1,3915 toccato venerdì.

L’euro è in ripresa contro lo yen, che si era apprezzato molto sui mercati asiatici a causa dei timori per il crollo dello shadow banking in Cina. Il cross euro/yen è tornato a scalfire la resistenza di 142,90 e attualmente quota poco sotto i top di giornata. In forte rialzo troviamo poi il cross euro/sterlina, che è volato in area 0,8370 sui massimi degli ultimi due mesi. La moneta unica sta guadagnando molto anche nei confronti del dollaro canadese, del dollaro australiano e del dollaro neozelandese.