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Prezzo del petrolio in forte rally. AIE: nel 2016 crollo dell’offerta da record

giovedì 21 aprile 2016, di Flavia Provenzani

Il prezzo del petrolio è in forte rialzo nella sessione di giovedì. Digerito il fallimento di Doha, la quotazione dell’oro è orientata al rialzo, con il prezzo del petrolio in un rally incoraggiante che contagia con ottimismo i mercati azionari.

Aggiornamento: il prezzo del petrolio ha davvero toccato i minimi?

Ad alimentare il rally del prezzo del petrolio arrivano i commenti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, che offrono ulteriore supporto al rialzo della quotazione.

Secondo l’AIE, nel 2016 ci sarà la discesa più ampia della produzione di petrolio nei paesi non OPEC degli ultimi 25 anni.

Il calo dell’output, secondo l’agenzia, aiuterà a trovare un equilibrio sul mercato e sul prezzo del petrolio appesantito dall’eccesso di offerta.

Prezzo del petrolio, AIE: nel 2016 calo di produzione non OPEC da record

Il direttore dell’AIE, Fatih Birol, ha detto giovedì che il basso prezzo del petrolio ha fatto sì che gli investimenti venissero tagliati di circa il 40 per cento negli ultimi due anni, con forti cali negli Stati Uniti, Canada, America Latina e Russia.

"Quest’anno, ci aspettiamo il calo di offerta di petrolio non-OPEC più grande degli ultimi 25 anni, quasi 700.000 barili al giorno. Allo stesso tempo, la crescita della domanda mondiale segue un ritmo frenetico, guidata da India, Cina e altri paesi emergenti",

ha dichiarato ai giornalisti nella città di Tokyo, come riportato da Reuters.

I commenti hanno subito invertito il calo sulla quotazione, spingendo verso un nuovo rally del prezzo del petrolio.

Dopo essere sceso ad un minimo di sessione 45,23$ al barile giovedì, il Brent del è in salita a 46,10$ al barile, mentre il WTI statunitense è in salita fino a 44,43$ al barile, in aumento di 25 centesimi dall’ultima chiusura.

"L’ottimismo è tornato sui mercati dell’energia, almeno per ora,"

scrivono gli analisti della Bernstein Research in una nota ai clienti.

A pesare sui mercati e sul prezzo del petrolio, precedentemente, erano le dichiarazioni di Russia e Iran. Il ministro dell’energia russo ha detto che potrebbe spingere la produzione di petrolio ai massimi storici di oltre 12 milioni di barili al giorno solo pochi giorni il fallimento dell’accordo per congelare i livelli di output la minaccia dell’Arabia Saudita di inondare i mercati di greggio.

Nel frattempo, l’Iran, determinato a riconquistare le quote di mercato in seguito alla revoca delle sanzioni lo scorso gennaio, ha ribadito la sua intenzione di raggiungere un output di 4 milioni di barili al giorno.

Con i principali produttori del Medio Oriente e la Russia impegnati a fare a gara per aumentare la produzione, molto dipenderà dalle compagnie di estrazione e dalla domanda degli Stati Uniti per determinare quanto tempo durerà ancora l’eccesso di offerta.

Prezzo del petrolio: perché non crolla dopo il fallimento di Doha?

Gli investitori istituzionali hanno aumentato i posizionamenti rialzisti prima della riunione di Doha, ed è ragionevole aspettarsi un ridimensionamento della loto esposizione sul mercato ora che l’intesa è fallita.
Ma questi stessi investitori sembrano non avere fretta: infatti, agli occhi di alcuni i fondamentali del petrolio stanno migliorando, Doha o non Doha.

Inoltre, se l’accordo fosse andato realmente a buon fine, avrebbe avuto poco impatto a livello effettivo sui livelli di offerta mondiale.

Pertanto, il fallimento della riunione dello scorso fine settimana suggerisce semplicemente che il coordinamento tra i paesi produttori è ben lontano dall’essere coeso.

Il che non è una buona cosa, ma di certo non cambia il miglioramento dei fondamentali percepiti dal mercato, che ha spinto gli investitori istituzionali ad accumulare una quantità da record di scommesse rialzista sul petrolio.

Prezzo del petrolio: attenzione ai fondamentali nel lungo termine

Tuttavia, il miglioramento dei fondamentali non li rende positivi, piuttosto meno negativi. L’eccesso di offerta persiste, e ci si aspetta che persisterà a lungo.
Nessuno si aspetta un equilibrio sui livelli di offerta da qui ad un anno.

Le attese sono tutte nel lungo periodo.

È importante riconoscere che i cambiamenti nell’equazione domanda/offerta di petrolio a livello mondiale ha base nel calo di produzione Stati Uniti, un driver che riesce a spingere il prezzo del petrolio anche in caso di rialzi inaspettati.

I fondamentali sul prezzo del petrolio sembrano in via di miglioramento e quasi tutti coloro guardano a questi oggettivamente sono d’accordo con il fatto da qui a pochi anni il prezzo del petrolio avrà “un aspetto” molto diverso da quello di oggi.

Ma dato il rischio sui fondamentali nel breve termine, rimane molto incerto ciò che farà il prezzo del petrolio tra pochi giorni o settimane da ora.

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