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Prezzo del petrolio in discesa: impianti per lo shale oil non diminuiscono, dollaro USA forte

lunedì 25 maggio 2015, di Flavia Provenzani

Il prezzo del petrolio è sceso per la seconda sessione consecutiva lunedì; aumentano le preoccupazioni che la produzione di shale oil negli Stati Uniti possa crescere nei prossimi mesi e pesa il dollaro USA in fase di rafforzamento.

Il volume di scambi rimarrà ridotto oggi, con i mercati in Regno Unito, Stati Uniti e Germania chiusi per festività nazionale.

Sul New York Mercantile Exchange, il greggio WTI con consegna a luglio è sceso di 47 centesimi, o 0,8%, scambiato a 59,25 dollari al barile durante la mattinata europea. I prezzi si mantengono in un range compreso tra 59,11 e 60,01 dollari.

Venerdì scorso, il petrolio sul Nymex ha perso 1,00 dollari, o 1,65%, fino a chiudere a 59,72 dopo che i dati hanno mostrato che la riduzione di impianti di estrazione è rallentata la scorsa settimana negli Stati Uniti.

Secondo il gruppo di ricerca Baker Hughes, il numero di impianti di perforazione per l’estrazione di petrolio negli Stati Uniti è sceso di una sola unità la scorsa settimana per un totale di 659, segnando comunque la 24° settimana consecutica di calo.

I trader sul petrolio osservano con molta attenzionela variazione del numero di impianti degli ultimi mesi in cerca di segnali su quando l’eccesso di offerta potrà essere arginato.

Tuttavia, il ritmo di diminuzione del numero di impianti è rallentato nelle ultime settimane.

Nel frattempo, l’indice del dollaro statunitense, che misura la forza del biglietto verde contro un paniere ponderato di sei valute principali, è salito dello 0,25% a 96,50 lunedì, il livello più forte dal 28 aprile.

Il dollaro USA si è rafforzato dopo il presidente della Reserve Federal Janet Yellen ha riferito venerdì che i tassi di interesse saranno aumentati nel corso dell’anno.

Il dollaro ha ricevuto altro sostegno venerdì dopo che i dati più forti del previsto sull’inflazione degli Stati Uniti hanno fornito nuovo ottismo per un rialzo dei tassi entro la fine dell’anno.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il Brent con consegna a luglio è sceso di 23 centesimi, o 0,35%, scambiato a 65,14 dollari al barile. Il prezzo del Brent è diminuito di 1,17 dollari, o 1,76%, venerdì fino a chiudere a 65,37 dollari.

Lo spread tra i contratti per il greggio WTI e il Brent si è attestato a 5,89 dollari al barile mercoledì scorso, contro i 5,65 dollari della chiusura degli scambi di venerdì.

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