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Pillola dei 5 giorni dopo, l’Europa dà l’ok. Cosa succederà in Italia?
lunedì 2 febbraio 2015, di
La Commissione Europea ha dato il via libera alla somministrazione senza ricetta medica della pillola dei cinque giorni dopo, il contraccettivo di emergenza a base di Ulipristal Acetato in commercio con il nome EllaONE.
La decisione, attesa da qualche tempo, dovrebbe riguardare tutti gli Stati membri dell’Unione Europea sortendo effetti anche nel nostro paese.Cosa succederà dunque in Italia a fronte di questa decisione?Nonostante il parere favorevole giunto dall’Europa, la decisione finale di seguire o meno l’indicazione della Commissione Europea viene lasciata alla discrezionalità dei singoli Stati.
Nel caso italiano l’ultima parola spetta dunque all’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, che, attraverso i suoi organi, ha intanto fatto sapere di voler aspettare il parere del Consiglio superiore di sanità per pronunciarsi.
Alla luce di tutto ciò e delle resistenze ideologiche che ancora persistono all’interno del Bel Paese, è ragionevole pensare che l’iter per arrivare a un’eventuale legalizzazione della pillola dei 5 giorni dopo sia ancora lungo.A promettere battaglia sono in particolar modo le associazioni di medici cattolici. Filippo Maria Boscia, Presidente nazionale dei Medici Cattolici Italiani, ha così affermato a riguardo: «Tale pillola non ha effetto antiovulatorio, bensì un effetto anti-annidatorio.
È irresponsabile e volutamente provocatoria la decisione dell’EMA e della Commissione Europea di liberalizzare la vendita della “pillola dei cinque giorni dopo” senza prescrizione. È una facilitazione dell’aborto o comunque un aborto mascherato.».Attualmente, in Italia, il procedimento per l’assunzione della pillola dei 5 giorni dopo è lungo e contorto e, non raramente, causa di disagi per le pazienti. Chi vuole richiedere una confezione di Ulipristal Acetato, infatti, deve prima sottoporsi a un test di gravidanza, ottenere dunque una ricetta medica e infine recarsi in farmacia.
Una prassi che mal si sposa con il carattere di urgenza che dovrebbe contraddistinguere questo farmaco.Proprio sul carattere dell’urgenza si è soffermata nella sua valutazione la Commissione per i Prodotti Medicinali Umani (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali che ha così sottolineato la questione: «Si tratta di un contraccettivo d’emergenza usato per prevenire gravidanze indesiderate se assunto entro 120 ore (5 giorni) da un rapporto sessuale a rischio, e agisce prevenendo o ritardando l’ovulazione.
Il farmaco è più efficace se assunto entro le 24 ore. Rimuovere l’obbligo di prescrizione medica dovrebbe velocizzare l’accesso delle donne a tale medicinale e quindi aumentarne l’efficacia». Nonostante questo, viste le forti resistenze ancora presenti in Italia sull’argomento, è ragionevole pensare che la linea assunta dal nostro paese non sia destinata a cambiare di molto: a decadere dovrebbe essere l’obbligo di eseguire il test di gravidanza, mentre dovrebbe persistere l’obbligo di ricetta medica per l’acquisto del farmaco.