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Petrolio: tensioni in Siria fanno volare le quotazioni ai massimi da oltre due anni
mercoledì 28 agosto 2013, di
Le forti tensioni nell’area mediorientale stanno spingendo sempre più al rialzo i prezzi del petrolio, che stanotte ha aggiornato nuovi top di periodo sui mercati asiatici. Il boom del greggio è dovuto all’escalation della crisi in Siria, dove appare sempre più imminente un intervento militare degli Stati Uniti. Oltre alla Siria va ricordato l’attuale caos politico-sociale in Egitto, dove da qualche tempo è in corso una vera e propria guerra civile. Inoltre, si registra un deciso calo dell’export di greggio della Libia.
Gli investitori temono che un intervento armato in Siria possa provocare un effetto domino in tutta la regione del Medio Oriente, coinvolgendo nel conflitto anche altri paesi come l’Iran e Israele. Non bisogna dimenticare che dal Middle East arriva circa un terzo del greggio mondiale. Stanotte il petrolio Wti ha superato quota 112 dollari al barile, salendo sui livelli più alti da oltre due anni. Ieri il future sul greggio americano aveva chiuso con un progresso del 3% circa a 109,01 dollari.
E’ in forte rialzo anche il petrolio Brent, che ieri ha chiuso la seduta con un progresso del 3,28% a 114,36 dollari al barile, toccando il livello più alto degli ultimi 6 mesi. Ora si attende la comunicazione del dato sulle scorte di greggio negli Stati Uniti, che sarà diffuso oggi dall’American Petroleum Institute. Gli analisti si aspettano una riduzione delle scorte di circa 250mila barili.
