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Petrolio in forte rialzo grazie ai sorprendenti dati macro in Cina e Giappone

martedì 10 giugno 2014, di Nicola D’Antuono

Ieri è stata una giornata molto positiva per il petrolio, che sui mercati internazionali ha messo a segno significative performance a seguito della pubblicazione di alcuni dati macro superiori alle aspettative in diverse aree economiche fondamentali. Già venerdì i dati sul lavoro negli Usa erano stati accolti con grande euforia sui mercati, visto che è stato completato il percorso di recupero di tutti quei milioni di posti di lavoro persi dopo la crisi finanziaria del 2008 e la fase di recessione. Ieri poi sono stati comunicati alcuni dati macro decisamente sorprendenti sia in Cina e Giappone, rispettivamente seconda e terza economia del pianeta.

Pechino brinda al ritrovato motore dell’export che a maggio è aumentato del 7% su base tendenziale e dello 0,9% rispetto al mese precedente, grazie anche alla debolezza dello yuan da inizio anno. Tokyo, invece, ha corretto il tiro sul pil del primo trimestre dell’anno, che è cresciuto del 6,7% e non del 5,9%. Tornando alla Cina, c’è da sottolineare come il gigante asiatico abbia nuovamente spinto sull’acceleratore sulle importazioni di petrolio. Nei primi cinque mesi del 2014 l’import di greggio è aumentato dell’11,1% su base annua a 128,7 milioni di tonnellate. L’aumento della domanda di petrolio non sembra al momento essere controbilanciata adeguatamente dall’offerta.

Il risultato è stato un brusco movimento al rialzo dei prezzi sul mercato Nymex. Il future sul petrolio Wti ha guadagnato ieri l’1,7%, salendo fino a 104,57$ al barile sui massimi da oltre un mese e mezzo. Il greggio americano ha ora nel mirino l’area di resistenza chiave posta tra 105$ e 105,2$ al barile. Buona performance anche per il petrolio Brent, che ha guadagnato l’1,3% circa tornando in area 110$ al barile. Intanto sale l’attesa per il vertice Opec di domani a Vienna: l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, che copre il 40% della domanda globale, ha sempre rassicurato i mercati sul mantenimento di un’offerta stabile ma molto dipenderà dalle prossime mosse dell’Arabia Saudita, principale membro dell’Opec.

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