Home > Altro > Archivio > EIA: prezzo del petrolio destinato a scendere ancora. Quali sono le cause?

EIA: prezzo del petrolio destinato a scendere ancora. Quali sono le cause?

mercoledì 15 luglio 2015, di Linda Tiralongo

Il prezzo del petrolio sembra destinato a scendere sempre di più, almeno fino a maggio 2016.

Il bollettino che arriva dall’ultimo report EIA, Agenzia internazionale per l’energia, in cui l’autorità francese che monitora i prezzi delle commodities energetiche, stila l’elenco delle cause di una crescita sempre più lenta per l’oro nero ancora per un altro anno.

L’offerta aggregata di barili di greggio su base mensile e annuale è aumentata in modo sostenuto fino a maggio 2015, forte delle performance positive dei paesi OPEC come Arabia Saudita, Iraq e Emirati Arabi Uniti.

Dopo quella data la produzione ha subito un arresto. Il motivo? Un eccesso di offerta che ha fatto scendere in maniera significativa il prezzo al barile.

Continua il crollo del prezzo del petrolio: le cause
Sul ribasso del prezzo hanno inciso gli avvenimenti di geopolitica che hanno cavalcato pesantemente i mercati internazionali nel corso delle ultime settimane.
I pronostici dell’EIA sono sensibilmente al ribasso fino al periodo della prima metà del 2016.

Dai dati del report EIA, Agenzia internazionale per l’energia, in cui l’autorità francese ha monitorato i prezzi delle commodities energetiche emerge che le quotazioni mondiali del petrolio hanno subito un calo del 60% dall’inizio del 2015, passando dai 114 dollari per barile di giugno 2014 ai 59 dollari di luglio 2015.

Le cause attribuili al calo in questione sono riconducibili a:

  • la domanda globale di greggio dopo aver registrato un’ottima performance nel primo trimestre del 2015 raggiungendo la quota di 1,8 mln di barili al giorno, continua la discesa da ora sino alla prima metà del 2016;
  • i paesi OPEC hanno prodotto 1,4 mln di barili in più rispetto alla richiesta, contribuendo cioè, all’incremento dell’invenduto;
  • a giugno, la produzione aggregata OPEC è salita a 31,7 mln di barili al giorno,cifra che si traduce in un incremento del +1,7 mln rispetto al target;
  • gli USA continuano a produrre autonomamente shale oil, incrementando l’offerta globale e riducendo la domanda aggregata (non chiedono cioè, forniture energetiche né al Canada né all’OPEC);
  • la leadership incontrastata delle nazioni OPEC continua a dominare il mercato come nel caso di Iraq, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, esercitando forti pressioni sul prezzo dell’oro nero.

Quotazioni petrolio in calo: il ruolo di Atene, Cina e Iran
Anche se Atene non è di certo tra i maggiori produttori petroliferi, una contrazione del suo consumo energetico legato alla potenziale Grexit, fa sorgere timori per i mercati internazionali. A ciò si aggiunge che i prezzi sarebbero suscettibili di modifiche in tutta Europa. La Cina dal suo canto essendo consumatore primario di energia potrebbe potrebbe incidere se la sua crisi finanziaria si trasferisse all’economia reale del paese.

Diverse invece le circostanze per l’Iran. Ancora in embargo dal 2009, la sua produzione di greggio potrebbe decollare in base a come sono evolute le trattative internazionali di pace a Vienna, consentendo all’economia iraniana di tornare sui mercati internazionali considerata la propria vocazione alla produzione petrolifera. Anche se secondo gli analisti si tratterebbe di un’influenza contenuta sui prezzi futuri del petrolio.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.