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Petrolio Brent sotto 100$ ai minimi da 16 mesi. Pesano super-dollaro e debole domanda cinese
martedì 9 settembre 2014, di
Le incertezze sull’economia mondiale, il rallentamento dei due grandi importatori di greggio al mondo (Cina e USA) e la forza del dollaro americano stanno spingendo al ribasso il petrolio, che sui mercati internazionali non riesce più a risollevarsi da oltre due mesi. Ieri a Londra il petrolio Brent, quello del Mar del Nord il cui prezzo fa da riferimento per i due terzi degli scambi globali, è crollato sotto i 100$ al barile per la prima volta da maggio 2013. Dai top di 115,69$ del 15 giugno scorso, il Brent è arrivato a perdere più del 16% visto che ieri ha registrato un bottom a 16 mesi a 99,37$ al barile. I prezzi hanno comunque raggiunto un’area di supporto chiave di medio-lungo periodo, dalla quale potrebbe avvenire un deciso rimbalzo tecnico.
Non se la passa meglio il petrolio Wti, trattato al Nymex di New York, che ieriè sceso sui minimi da metà gennaio scorso a 91,80$ al barile. A inizio giugno i prezzi avevano toccato un top di periodo in area 107,70$ al barile. Secondo gli analisti finanziari la forte discesa delle quotazioni del greggio è dovuta principalmente alla debole domanda internazionale, in particolare dopo la lettura del dato sulle importazioni della Cina ad agosto che è risultato in calo per il secondo mese consecutivo. Il calo della domanda domestica ha impattato negativamente sull’economia del Dragone, tanto che il dato sull’import del mese scorso è risultato il peggiore da oltre un anno.
Intanto, però, i paesi Opec, con l’Arabia Saudita in testa, a questo punto potrebbero essere invogliati a ridurre la produzione di greggio per sostenere i prezzi. Infatti con il Brent sotto i 110$ al barile, i bilanci dei grandi paesi esportatori di petrolio iniziano ad essere sotto pressione. Il forte calo del greggio è dovuto anche alla forza del dollaro americano, che sta realizzando performance da capogiro nelle ultime settimane sulle aspettative di rialzo dei tassi negli USA e di fine del tapering. Materie prime, come il petrolio, e dollaro statunitense hanno storicamente unaa correlazione inversa. La debolezza del petrolio non è passata poi inosservata negli uffici studi di Kepler Cheuvreux: il broker ha deciso di tagliare il rating sul settore oil & gas a “underweight” (sottopesare in portfolio) da “overweight” (sovrappesare).