Home > Altro > Archivio > Petrolio, Aie: previsioni e prospettive entro il 2035, USA primi produttori (…)
Petrolio, Aie: previsioni e prospettive entro il 2035, USA primi produttori mondiali
lunedì 12 novembre 2012, di
Anche a causa della forte domanda dei Paesi emergenti, entro il 2035 la domanda di petrolio aumenterà del 14%, a 99,7 milioni di barili al giorno. Queste le previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia, le cui stime dell’anno scorso prevedevano ben 700.000 barili in meno.
Paesi emergenti: crescono i consumi di petrolio
Il prezzo medio per barile di greggio importato dai Paesi membri dell’Aie salirà così a 125 dollari al barile, ovvero 18 dollari in più rispetto a quest’anno, e 5 dollari in più rispetto alle stime iniziali. A quanto si legge dal rapporto Aie, "la crescita dei consumi di petrolio nei Paesi emergenti, legata soprattutto ai trasporti in Cina, India e Medio Oriente, andrà più che a compensare il calo della domanda nell’area Ocse, aumentando notevolmente l’uso del petrolio". A queste considerazioni si aggiungono altre analisi che vanno a comprovare la tesi: "Il trasporto copre già più della metà dei consumi mondiali di petrolio", una quota destinata ad aumentare "intanto che il parco auto raddoppierà a 1,7 miliardi di vetture" e la domanda mondiale legata al trasporto di merci subirà un incremento rapido.
Per quanto riguarda i Paesi non appartenenti all’Opec, la produzione aumenterà intorno ai 53 milioni di barili al giorno dopo il 2015, una fase crescente che durerà per altri 10 anni prima di attestarsi intorno a quota 50 barili al giorno. Si registra inoltre un aumento della produzione mondiale di petrolio da parte dei Paesi membri dell’Opec, che si attesterà al 50% (+8% rispetto a oggi).
Crisi economica: ostacolo principale del mercato petrolifero
Il segretario generale dell’Opec, Abdalla Salem El-Badri, ha spiegato la situazione attuale del mercato petrolifero (nel rapporto annuale si legge una riduzione della domanda anche per il 2013) citando i diversi problemi occorsi, soprattutto per quanto riguarda la crisi economica. Infatti, afferma El-Badri, "il più grande ostacolo del mercato petrolifero di quest’anno è stato l’incertezza che circonda l’economia globale. I rischi che arrivano dalla zona Euro sono esacerbati come conseguenza dell’espansione dei disavanzi pubblici, dell’indebolimento economico e della crescita, della riduzione dell’indebitamento nel sistema bancario, come pure nell’indecisione politica". El-Badri ha anche spazzato via eventuali pericoli per quanto riguarda le forniture: "Il mondo possiede abbastanza risorse di petrolio da soddisfare la domanda dei consumatori per molti decenni. La stima dello US Geological Survey continua a essere rivista verso alto, e ora si avvicina ai 4 trilioni di barili". Il merito di questo rapido sviluppo, spiega El-Badri, è da addursi ai notevoli progressi tecnologici che hanno consentito di migliorare la produzione e ampliare l’esplorazione.
Stati Uniti: indipendenza energetica entro il 2030
Intanto, sempre secondo l’Aie, gli Stati Uniti raggiungeranno l’ambito primato di produzione mondiale del petrolio entro il 2020. "Gli sviluppi nel settore energetico negli Stati Uniti sono profondi", si legge dal rapporto World Energy Outlook. "Attorno al 2017, gli Stati Uniti diventeranno il principale produttore di petrolio, superando l’Arabia Saudita". Gli Stati Uniti "diventeranno l’incontestato numero uno mondiale nella produzione di gas attorno al 2015, superando così la Russia".
Inoltre, fa sapere il rapporto, che la produzione di petrolio negli Stati Uniti aumenta di anno in anno: le previsioni, sotto questo aspetto, fanno pensare che il Paese diventerà un esportatore di greggio verso il 2030, andando così a realizzare l’obiettivo della indipendenza energetica e diventando così "praticamente autosufficiente".