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PD: “elezioni solo per i partiti”. Legge anti-movimento o legge anti-Grillo?
lunedì 20 maggio 2013, di
Il Partito Democratico ha presentato oggi al Senato della Repubblica un disegno di legge volto a vietare ai movimenti politici non registrati come partiti di partecipare alle elezioni. Ed è già polemica.
Sono in molti infatti a vedere nel suddetto ddl, ribattezzato già “ddl anti-Grillo” una mossa per impedire al Movimento 5 Stelle l’accesso alle competizioni elettorali in caso di future elezioni.
Andiamo a capire meglio di che si tratta
La proposta
La proposta, i cui primi firmatari sono Luigi Zanda, capogruppo del PD al Senato, ed Anna Finocchiaro, mira ad impedire a tutte le associazioni senza personalità giuridica e senza statuto registrato in Gazzetta Ufficiale, l’accesso alla candidatura per le elezioni nazionali.
Il PD ha già sottolineato che il suddetto ddl non è volto a fare uno smacco ai grillini, bensì ad evitare che movimenti privi di democrazia interna e norme precise si presentino in Parlamento creando scandali come quelli di Lusi o Belsito.
I due tesorieri, sarebbero infatti riusciti a sottrarre fondi ai propri partiti (Margherita e Lega Nord), proprio in virtù della scarsa trasparenza in materia di bilanci che regnava in passato.
Cosa prevede il ddl?
Il disegno di legge proposto dal Partito Democratico si compone di 9 articoli e definisce i partiti come “associazioni dotate di personalità giuridica".
In pratica per candidarsi alle elezioni ogni partito dovrà indicare nello statuto gli organi dirigenti, le loro funzioni, eventuali casi di incompatibilità, atti, diritti e doveri degli iscritti.
Dovrà anche assicurare la paritaria presenza di uomini e donne, nonché la rappresentanza di gruppi minoritari, prevedere delle misure disciplinari e un limite massimo di mandati elettorali; dovrà elencare le varie procedure che permettono di modificare lo statuto e dovrà dotarsi di un codice etico.
Inoltre ogni partito sarà costretto a dotarsi di un collegio sindacale composto da revisori dei conti e attribuire ad una società di revisione iscritta all’albo speciale la certificazione dei bilanci, allo scopo di garantire la massima trasparenza, anche su internet.
Di fondamentale importanza l’articolo 6, che recita:
l’acquisizione della personalità giuridica e la pubblicazione dello statuto nella Gazzetta Ufficiale costituiscono condizione per poter partecipare alle competizioni elettorali.
Insomma, senza personalità giuridica e statuto, niente elezioni.
Cosa implica per il M5S?
Per intenderci, se questo ddl fosse stato legge dello Stato prima delle scorse elezioni amministrative, il Movimento 5 Stelle non sarebbe oggi la terza forza politica del Paese, anzi non sarebbe proprio in Parlamento perché non avrebbe avuto accesso alle competizioni elettorali.
Nel suo non-statuto infatti, il M5S si definisce come una “non associazione”, la cui sede coincide con l’indirizzo web del blog del suo leader, Beppe Grillo che è anche l’unico titolare del logo. Se il nuovo ddl venisse approvato, anche gli altri soci del Movimento avrebbero potere decisionale.
Ciò tra l’altro significherebbe che per accedere alle prossime elezioni, il Movimento 5 Stelle dovrebbe diventare, giuridicamente un partito.
Siamo sicuri che la reazione di Beppe Grillo & Soci non si farà attendere. Staremo a vedere cosa succederà.