Oro: rialzo si sgonfia con il ritorno del super-dollaro. Possibile un ritorno sotto 1.200$

Qualche giorno fa l’oro era riuscito a guadagnare più del 4% in poche sedute, grazie alla debolezza del dollaro americano provocata da dati macroeconomici sotto le attese che facevano prevedere un allontanamento del primo ritocco verso l’alto dei tassi di interesse negli USA.

Tuttavia il buon dato sull’inflazione e l’apertura della Yellen a un incremento dei tassi già dal 2015, se l’economia americana dovesse continuare a migliorare, hanno fatto ritornare in auge il biglietto verde, che nell’ultima settimana ha registrato performance molto significative contro le valute più importanti.

L’oro, molto correlato all’andamento del greenback, ha subito risentito del ritorno del super-dollaro, passando da area 1.230$ a quasi 1.200$ l’oncia. Giù anche l’argento, che è arrivato a quotare al di sotto dei 17$ l’oncia. A questo punto il metallo giallo potrebbe tornare nel mirino dei venditori, soprattutto nel caso di una brusca discesa sotto la soglia dei 1.200$.

Da un punto di vista tecnico potrebbe avvenire un ritorno a 1.180$ prima e 1.170$ l’oncia poi, con la possibilità di ritestare anche i minimi dell’anno posti a 1.142$ l’oncia. Secondo Matteo Paganini, chief analyst di FXCM, non è ancora possibile decretare la fine del ruolo di bene rifugio dell’oro, ma appare chiaro che “il trend di medio periodo finora ha mostrato inversioni importanti rispetto alle tendenze che hanno caratterizzato gli ultimi lustri”.

L’esperto di trading online, intervistato da Plus24 de Il Sole-24 Ore, ritiene che l’oro potrebbe risalire la china solo nel caso in cui dovesse esserci una significativa dei listini azionari, magari a seguito di un rialzo duraturo dei tassi di interesse negli Stati Uniti. In questo caso, secondo Paganini, gli investitori potrebbero acquistare oro (ma anche argento e platino) in attesa di valutare nuove opportunità di investimento.