Home > Altro > Archivio > New York Times: la crisi USA non è la peggiore di tutti i tempi
New York Times: la crisi USA non è la peggiore di tutti i tempi
giovedì 27 settembre 2012, di
Secondo un articolo del New York Times, l’attuale crisi finanziaria che attanaglia gli Stati Uniti, non è poi la peggiore di tutti i tempi, messa a confronto con altre crisi finanziarie di altri periodi storici. L’economista Catherine Rampell, infatti, dice di essersi sempre occupata nei suoi articoli degli effetti disastrosi delle più recenti recessioni, argomentando le sue tesi con grafici che mostravano la difficile situazione economica.
Non è la peggiore crisi di tutti i tempi
La giornalista del New York Times fa poi un passo indietro e riporta il pensiero di due economisti di Harvard, Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, i quali hanno scritto, "le crisi finanziarie sono sempre particolarmente disastrose. Nel corso di una dozzina di crisi finanziarie di paesi sviluppati e in via di sviluppo che risalgono fino alla Grande Depressione, il tasso di disoccupazione è aumentato in media di 7 punti percentuali nel corso di 4,8 anni". E in effetti, nota l’economista americana, se si mettono a confronto i dati relativi alle perdite di lavoro causate da altre crisi finanziarie con quelli della più recente crisi finanziaria americana, i risultati non sono poi così raccapriccianti e mostra così il seguente grafico:
Questo grafico fu realizzato da un economista dello stato dell’Oregon, Josh Lehner: con la linea rossa, l’economista mostra i cambiamenti in materia di occupazione a partire da quando è iniziata l’ultima recessione, ovvero Dicembre 2007. Con questo mostra che, per quanto difficile sia la situazione lavorativa degli Stati Uniti degli ultimi anni, sicuramente la storia ha visto periodi molto più bui, come ad esempio quelli che hanno fatto seguito alle crisi finanziarie di Finlandia e Svezia nel 1991 e Spagna nel 1977, o degli stessi Stati Uniti durante il periodo nero della Grande Depressione del 1929.
Tassi di disoccupazione
Con un secondo grafico mostra poi che i tassi di disoccupazione negli Stati Uniti non sono poi così "malvagi":
Con il grafico, mostra infatti che ci sono stati casi in cui, in seguito a violente crisi finanziarie, il tasso di disoccupazione di alcuni paesi si è triplicato, quadruplicato, a volte anche quintuplicato; questo non è successo per gli Stati Uniti, che hanno visto crescere "semplicemente" di poco più del doppio il proprio tasso di disoccupazione, dall’anno precedente alla crisi in cui si attestava al 4.5% a quelli successivi in cui ha raggiunto anche il 10%.
Perché questo è accaduto? Secondo l’economista dell’Oregon, questo è da attribuire alla "coordinata risposta globale alle crisi di fine 2008 e inizio 2009", parlando dello stimolo fiscale e monetario a cui si è assistito in quegli anni.