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Naufragio Canale di Sicilia, le differenze tra Mare Nostrum e Triton

domenica 19 aprile 2015, di Stefania Manservigi

A poche ore dal naufragio di un barcone nel Canale di Sicilia che sembra aver provocato la morte di 700 persone, si riaccende la polemica che investe Triton, l’operazione messa in campo dall’Unione Europea che ha soppiantato da qualche mese Mare Nostrum.
Triton e Mare Nostrum sono infatti operazioni totalmente differenti nel mandato, nei fini che si prefiggono, nelle forze impiegate.
Molto spesso, già negli scorsi mesi, si era cercato di aprire una discussione circa l’inadeguatezza di Triton rispetto a Mare Nostrum nel prevenire tragedie come quella che si è verificata in data odierna.
Vediamo nel dettaglio quali sono le differenze tra le due operazioni.

Mare Nostrum
Mare Nostrum è l’operazione italiana partita il 18 ottobre 2013 dopo il tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa il 3 ottobre dello stesso anno in cui persero la vita più di 300 persone.
Gli obiettivi dell’operazione erano fondamentalmente due: evitare il verificarsi di tragedie in mare, cercando di salvaguardare la vita delle persone coinvolte nei viaggi della speranza, e arrestare il maggior numero di scafisti.
Nel raggiungimento di tali fini le forze impiegate sono state quelle della Marina Militare, della Guardia costiera, dell’Areonautica, e della Guardia di Finanza.
Le navi dei soccoritori potevano spingersi fino a ridosso delle coste libiche.
Il costo dell’operazione è risultato essere di 9,5 milioni di euro al mese.
L’operazione si è conclusa il 31 ottobre 2013 e i bilanci sono stati positivi: 160mila sono risultati essere i migranti soccorsi e 366 gli scafisti consegnati all’autorità giudiziaria.

Triton
Triton è l’operazione europea partita ufficialmente il 1 novembre 2014 e dispiegata da Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere.
L’obiettivo che si prefigge l’operazione non è quello di salvare le vite di chi si imbarca alla volta dell’Europa, ma è quello di operare il controllo delle frontiere, che è anche la mission istituzionale dell’Agenzia. Tuttavia, in caso di necessità, si effettuano anche interventi di assistenza e soccorso.
Le navi di Frontex non possono tuttavia spingersi a ridosso delle coste libiche, ma devono mantenersi in un’area, entro 30 miglia dalle coste italiane.
Il costo dell’operazione è di 2,9 milioni di euro al mese.

Una delle critiche che vengono mosse a Triton riguarda proprio il divieto imposto alle navi di spingersi a Sud a ridosso delle coste libiche, che non permetterebbe adeguati interventi di soccorso. Anche il non inserimento della salvaguardia della vita in mare tra gli obiettivi dell’operazione è stato ed è oggetto di critiche. Inoltre l’operazione Mare Nostrum è riuscita a consegnare all’autorità giudiziaria un buon numero di scafisti, risultato che Triton, pur prefiggendosi come obiettivo il controllo delle frontiere e quindi l’adozione di misure contro chi sfrutta l’immigrazione clandestina per lucrare, non è ancora riuscita ad ottenere.

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