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Mediaset, Mondadori e Mediolanum crollano in borsa, i mercati si vendicano per la crisi politica. Le previsioni degli analisti

lunedì 30 settembre 2013, di Vittoria Patanè

Le aziende di Silvio Berlusconi pagano in borsa l’attuale crisi di Governo. I mercati non approvano quanto deciso dal Cavaliere negli ultimi due giorni, le dimissioni hanno fatto ripiombare l’Italia nella recessione più nera, lo spread vola, il rischio declassamento diventa sempre più alto, le riforme si allontanano e a farne le spese nella giornata borsistica odierna sono soprattutto Mediaset, Mediolanum e Mondadori.

I tre gioielli del Cav sono sommersi da vendite sin dalle 9 di stamattina. A quanto pare gli investitori hanno deciso di vendicarsi e a giudicare dal rosso che contraddistingue i titoli delle tre compagnie fin dai primi minuti di scambio, ci stanno riuscendo.

Milano va giù

Milano maglia nera d’Europa. La borsa nostrana è sommersa da vendite, lo spread in mattinata ha toccato i 290 punti base per poi scendere nuovamente a quota 274. Gli investitori tornano a preoccuparsi per il futuro dell’Italia, le dimissioni dei Ministri del PDL hanno riacceso incertezze e dubbi.

A farne le spese soprattutto il comparto bancario. Ricordiamo infatti che le banche sono principali compratori del debito italiano. L’aumento dei rendimenti e il conseguente calo del valore dei titoli manda giù gli istituti di credito, attualmente contraddistinti da un generale rosso.

Le aziende del Cav

Ma a pagare per la crisi politica odierna ci sono anche le aziende di Silvio Berlusconi: Mediaset, Mediolanum e Mondadori continuano a scendere, nonostante un leggero ritracciamento rispetto alla mattinata.

Come ricorda Repubblica, Ennio Doris aveva avvertito il leader del PDL: la crisi avrebbe colpito anche le aziende di famiglia e così è.

Il maggior ribasso (fra le tre) lo segna Mediolanum che perde il 4,20% a 5,254 punti. Al secondo posto troviamo invece Mediaset con un -3,69% a 3,03 euro. Perdite un po’ più contenute invece per Mondadori che lascia per strada il 2,46% a 0,91 euro.

Le previsioni degli analisti

In un articolo firmato da Raffaele Riacciardi, Repubblica propone un’interessante analisi di Giovanni Zanni, capo del gruppo di ricerca economica di Credit Suisse. Secondo lui infatti, a pagare per la crisi politica non saranno solo i titoli facenti capo alle aziende di Berlusconi, ma anche lo stesso partito.

Secondo quanto scritto nel report presentato oggi, le “reazioni contrastanti” dei Ministri alle dimissioni:

suggeriscono che il Pdl potrebbe dividersi o almeno alcuni parlamentari del partito potrebbero lasciare e sostenere ancora un governo Letta o un governo simile (ad esempio sotto il ministro dell’Economia, Saccomani o sotto il presidente del Senato, Grasso). Questo a sua volta potrebbe rappresentare una svolta nella politica italiana e forse il primo passo verso un’era post Berlusconi".

Per quanto riguarda i mercati invece, le previsioni sono tutt’altro che rosee. “Volatilità, incertezza e spread in salita” attendono l’Italia nei prossimi giorni, gli analisti non hanno il minimo dubbio.

"il rendimento sul decennale italiano possa salire sino ad arrivare al 5% soprattutto nel caso in cui Letta non dovesse ottenere una nuova fiducia".

Sottolinea Vincenzo Longo di IG Markets
.
E per quanto riguarda i rating? I downgrade da parte delle maggiori agenzie sembrano sempre più vicini:

"Il taglio del rating potrebbe arrivare da Fitch, che al momento ha un merito creditizio un gradino più alto rispetto a quello di Moody’s e Standard&Poor’s. Riteniamo che il taglio arriverà a chiusura di mercati tra questa sera e mercoledì. Probabilmente le agenzie potrebbero proprio attendere l’esito della fiducia di Letta prima di agire".

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