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Matteo Renzi, conferenza stampa. I punti salienti del discorso sulla riforma costituzionale
lunedì 31 marzo 2014, di
Ecco le parole di Matteo Renzi dopo il via libera del Governo alla riforma costituzionale:
Il Governo ha approvato all’unanimità il disegno di legge di revisione costituzionale che rappresenta una grandissima svolta nell’assetto istituzionale del Paese.
La bozza era stata presentata lo scorso 12 marzo, chiedendo a tutti i soggetti coinvolti di darci molti contributi. Sulla base di questi sono state attuate varie modifiche. Abbiamo ascoltato tutti.
Questo lavoro porta delle novità che vi presenterà adesso il ministro Boschi.
Si fa chiarezza sul Titolo V, si riprende il lavoro svolto dalla Commissione dei 35, un lavoro molto apprezzato e significativo. Sintesi estrema: mai più conflitto tra Regioni e Stato, questo Paese deve essere più semplice. Abbiamo inserito delle misure per i consiglieri regionali, sulla loro retribuzione che porterà una riduzione dei costi della politica.
Il Senato: si supera il bicameralismo perfetto attraverso quattro paletti:
- No voto di fiducia,
- No voto sul bilancio,
- No elezione diretta dei senatori;
- No indennità per i senatori.
Il Senato riduce le proprie competenze ad alcuni singoli settori. È una straordinaria opportunità quella che noi stiamo vivendo. In Italia sta tornando una speranza e i senatori non potranno cacciarla. Non c’è alternativa al futuro.
Ultimo punto riguarda l’abolizione del CNEL, un antipasto nel percorso di semplificazione e di taglio alla PA. Il CNEL, un’istituzione che non ha risposto agli obiettivi per cui era stata creata.
CNEL, Senato, Titolo V, Province, e legge elettorale che affronteremo dopo la riforma costituzionale, insieme alla lotta per la corruzione che ha visto il voto unanime del Parlamento su Raffaele Cantone, mi fanno pensare che è arrivato il momento di prenderci cura del nostro essere italiani con più orgoglio.
Tutto questo sarà inserito nel DEF e in questo senso credo che quello di oggi sia un buon inizio. È il simbolo di una classe politica che ha detto basta con i rinvii e mette in campo il disegno di legge costituzionale.