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Mariano Rajoy e la storia di uno scandalo che potrebbe affossare la Spagna

martedì 5 febbraio 2013, di Vittoria Patanè

Se l’Italia nelle ultime settimane sta affrontando uno degli scandali più forti della sua storia a causa del caso MPS che sta coinvolgendo i vertici finanziari e politici del Paese, la Spagna non è da meno.

Corruzione, tangenti e fondi neri stanno nuovamente riportando la Nazione in quel baratro dal quale sembrava stesse risalendo a fatica e nel quale era piombata a causa della crisi mondiale.

In un Paese in agonia, con il 26% di disoccupazione, costretto a forti tagli e pesanti imposte per sopravvivere, i cittadini proprio non possono tollerare che i propri dirigenti ricevano mazzette per portare avanti il proprio lavoro.

Strano parallelismo quello tra Spagna e Italia, due Paesi che, loro malgrado, si trovano spesso a vivere problemi simili e difficoltà indegne di due Nazioni di tale calibro. Questione di mentalità? Di cultura? Di storia? O semplicemente una cattiva condotta che coinvolge in toto le classi dirigenti di ogni Paese? La risposta non è semplice e richiederebbe un’analisi approfondita.

Quello che faremo qui sarà invece ripercorrere la storia dello scandalo che negli ultimi giorni sta mettendo in ginocchio la Spagna.

L’inizio dello scandalo

Il cosiddetto “caso Guertel” ruota attorno ad un nome: Luis Bàrcenas, ex tesoriere del Partito Popular, di cui è leader l’attuale Primo Ministro Mariano Rajoy, e alle 14 pagine del suo quadernetto privato che testimoniano lo scandalo.

Secondo El Paìs, il più importante quotidiano di Spagna, il partito nel corso degli anni compresi tra il 1997 e il 2008 avrebbe ricevuto ingenti somme di denaro in cambio di favori ad alcune imprese, attive soprattutto nel settore edile.

Tutto ebbe inizio nel 1997, quando a capo del partito c’era ancora quell’Aznar che è stato alla guida della Spagna per otto anni (dal 1996 al 2004). Il PP sarebbe stato beneficiario di alcune transazioni considerate irregolari perché avvenute al di fuori del normale quadro dei finanziamenti pubblici ai partiti, ma anche perché provenivano da imprese a cui era proibito fare donazioni a partiti politici.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno portato alla luce una rete di corruzione guidata da Bàrcenas. L’ex tesoriere infatti sarebbe intestatario di un conto di 22 milioni di euro presso una banca svizzera. Fondi neri derivati da mazzette ricevute in cambio della concessione da parte delle amministrazioni locali di grossi appalti.

Il coinvolgimento del premier

Se in un primo momento il nome del premier Rajoy era stato tenuto fuori dalle indagini, nella giornata di giovedì il ciclone si è abbattuto anche su di lui.

Secondo El Paìs infatti, il quadernetto dello scandalo dimostrerebbe che lo stesso Primo Ministro avrebbe beneficiato personalmente di uno “stipendio in nero” di 25 mila euro l’anno, più vari altri regali, nel corso dell’ultima decade. Mazzette insomma, distribuite dagli stessi tesorieri del PP sulla base di fondi neri ricevuti dal partito.

“Mai preso soldi e non mi dimetto”

Queste le parole del premier Rajoy che si difende dalle accuse, negando ogni coinvolgimento nella questione.

Il clima in Spagna non è dei migliori, con migliaia di cittadini scesi in piazza per protestare contro una dirigenza che dopo aver dissanguato il popolo, dovrebbe quantomeno mostrare una condotta impeccabile.

Rajoy, nella conferenza di Ieri ha cercato di tranquillizzare gli animi:

"Le mie dichiarazioni dei redditi e il mio patrimonio saranno messi a disposizione di tutti i cittadini a partire dalla prossima settimana su internet, in nome della massima trasparenza".

E a chi chiede le dimissioni, risponde:

"Ad alcuni che immaginano che di fronte a questa guerra di logoramento io intenda abbandonare il mandato che gli spagnoli mi hanno affidato, voglio dire che si sbagliano di grosso".

La reazione dei mercati

I mercati intanto sembrano non aver preso affatto bene la vicenda, alcuni analisti parlano di un vero e proprio “shock di mercato” che rischia di lasciare il Paese in ginocchio.

Gli investitori sarebbero infatti molto preoccupati che l’incertezza politica di Italia e Spagna possa nuovamente inasprire la crisi del debito, riportando l’Europa al massimo della crisi.

Insomma se la situazione non si rasserena, e pure in fretta, il mostro della crisi tornerà a spaventare il vecchio continente e stavolta per alcuni, potrebbe essere una strada senza sbocco.

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