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Lo schiaffo di Bernanke: tassi invariati e difesa del QE3

martedì 2 ottobre 2012, di Federica Agostini

Al discorso di ieri al Economic Club of Indiana, il Governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha respinto le recenti opposizioni polemiche nei confronti dell’ultimo piano di quantitative easing inoltre, ha spiegato il Governatore, aumentare i tassi di interesse (come polemizzano gli oppositori) sarebbe "inappropriato" e "inefficace" per l’economia statunitense.
Lo schiaffo di Bernanke che difende il proprio quantitative easing ponendosi in aperta opposizione con la polemica portata avanti dal candidato repubblicano, Mitt Romney.

La polemica sul QE3: fa indebitare Washington

"Utilizzare la politica monetaria per influenzare il dibattito politico riguardo ai bilanci sarebbe assolutamente inappropriato e, per quanto mi riguarda, credo che una strategia del genere sarebbe inefficace" è quanto ha detto il governatore della Fed, sostenendo che aumentare i tassi di interesse farebbe aumentare il deficit di bilancio nel contesto di una ripresa fin troppo debole.

La polemica è aperta con il candidato repubblicano Mitt Romney, il quale la settimana scorsa ha sostenuto che la Fed stia mantenendo i tassi di interesse "artificialmente bassi" danneggiando i risparmiatori e aumentando i rischi di inflazione sul lungo-termine. Bernanke ha risposto sostenendo che l’unico modo per proteggere i risparmiatori è quello di garantire una ripresa economica forte e la misura in cui il QE3 consente l’accensione di nuovi mutui, sarà cruciale per l’economia Statunitense.
Per quanto riguarda Washington, invece, Bernanke respinge le accuse di "monetizzazione" del debito federale, ovvero negando che la Fed stia semplicemente stampando moneta: "acquistiamo titoli del tesoro sul mercato e su base esclusivamente temporanea, l’intento è quello di sostenere la ripresa economica attraverso un abbassamento dei tassi di interesse".

Bernanke difende il QE3

Dal lancio del terzo round di quantitative easing, i profitti del settore bancario sulle ipoteche sono saliti alle stelle, alimentando il dibattito sull’efficienza dell’ultima dose di QE. Bernanke difende il suo "bazooka" sostenendo che non porterà all’aumento dell’inflazione e finché la stabilità dei prezzi sarà preservata, "sarà nostra preoccupazione non alzare prematuramente i tassi di interesse".
Difendendo il QE3, Bernanke fa appello al mandato della Federal Reserve, inflazione sotto controllo e massima occupazione: "vorremmo -ha spiegato- che il maggior numero di americani in cerca di un posto di lavoro avesse un impiego e, allo stesso tempo, puntiamo a mantenere bassi e stabili i prezzi al consumo".

Dubbi sull’efficacia della manovra della Fed

Nonostante il generale consenso che Bernanke sia riuscito a creare attorno al QE3, alcuni dubbi e perplessità sull’efficacia della manovra messa in atto dalla Fed sono stati espressi anche da altri esponenti del consiglio, oltre che da Romney; l’opposizione, dunque, condanna il QE3 quale causa di indebolimento del del dollaro che non avrà alcun effetto benefico sull’economia, ma anzi aumenterà le tensioni sul fronte commerciale e i timori inflazionistici.

Ma nonostante tutto, l’economia americana continua nel suo incedere incerto (a parte il PMI manifatturiero del ISM pubblicato ieri e positivamente registrato nella zona di "espansione" al 51.5) soprattutto per la congiuntura con la frenata globale del commercio cui l’economia degli Stati Uniti è legata per l’importanza del settore delle esportazioni nel proprio sistema economico.

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