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Lavoro: Internet cancellerà la classe media?

sabato 22 giugno 2013, di Daniele Sforza

Internet cancella la classe media: non si tratta di un pamphlet anti-tecnologico di un ministro vituperato dal popolo del web, ma una teoria di un professore della MIT Sloan School of Management, Erik Brynjolfsson.

Il grande disaccoppiamento

Analizzando la situazione statunitense, Brynjolfsson spiega come tra il 2000 e il 2009 l’indice di produttività USA sia stato del 2,5%, concretizzato dunque un risultato molto elevato. Allo stesso tempo, però, il numero dei posti di lavoro ha registrato una riduzione dell’1,1%.

Le responsabilità di quello che il professore chiama “grande disaccoppiamento” sarebbero da ricercare nella tecnologia e in internet, in particolare.

Si richiamano così le teorie di Jeremy Rifkin, che a metà degli anni Novanta aveva già preannunciato che in futuro il mondo sarebbe stato senza lavoro, grazie a software sempre più sofisticati che avrebbero occupato le posizioni tradizionalmente ricoperte dagli umani: cosa che sarebbe avvenuta in tutti i settori, come anche nel terziario, generando un’economia autoproduttiva.

La scomparsa della classe media

Nonostante le teorie di Brynjolfsson siano osteggiate da diversi economisti, assumono un carattere di verità nell’analizzare la situazione attuale, che si traduce in una maggiore mancanza di spazio per la classe media del lavoro e un ampliamento di domande di lavoro che ricercano mansioni estremamente semplici oppure estremamente complesse e sofisticate. E in mezzo? Il nulla.

Il grande paradosso della nostra epoca

Ciò che il professore afferma, dunque, rispecchia sostanzialmente un quadro piuttosto fosco per il prossimo avvenire: da una parte le società più ricche grazie all’innovazione tecnologica, dall’altra la drastica eliminazione di un’ampia gamma di posti di lavoro. Quello che ne viene fuori, “è il grande paradosso della nostra epoca”.

La tecnologia sta subentrando in tutti i campi, agevolando il compito dell’uomo, ma al contempo alienandolo, allontanandolo da una dimensione nella quale fino a poco tempo fa era padrone assoluto.

Nel prossimo futuro, dunque, l’uomo potrebbe tornare a ricoprire mansioni più umili e diverse da quelle che oggi riteniamo secondarie, come ad esempio le pulizie domestiche o il problem solving, mentre per i processi più sofisticati saranno le macchine a svolgere il lavoro grosso.

Ma c’è un’alternativa...

Un’alternativa a questo futuro? L’innovazione tecnologica ci stupisce ogni giorno sempre di più: quindi, la speranza resta nella possibilità che siano proprio la tecnologia e internet a creare nuovi posti di lavoro, o comunque a mutare le condizioni professionali. Cosa che effettivamente sta già succedendo.

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