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Lampedusa: lei era viva, ma era stata gettata tra i morti. L’incredibile storia raccontata da International Spiegel. “L’UE intervenga”
lunedì 7 ottobre 2013, di
L’importante quotidiano tedesco mette in prima pagina oggi una storia tanto commovente quanto straordinaria. Tutti credevano che fosse morta e il suo corpo era stato gettato insieme a quelli delle centinaia di persone che non ce l’hanno fatta. Poi un ultimo respiro, un movimento inconsulto e un volo disperato verso l’ospedale di Palermo.
Le luci sul dramma di Lampedusa non si sono ancora spente, anzi, più che mai in questi giorni la comunità internazionale chiede, unita e a gran voce, l’intervento dell’Unione Europea. Un’altra tragedia del genere non può e non deve accadere.
Attraverso la storia di una naufraga salva per miracolo, International Spiegel parla della legge sull’Asilo politico dell’Unione Europa e di come sia necessario attuare immediatamente dei cambiamenti per far sì che la storia non si ripeta.
La tragedia di Lampedusa: i morti chiedono che si cambino le leggi sull’asilo
Lei era lì, sdraiata per terra sul molo di Lampedusa, apparentemente senza vita. Un corpo tra dozzine di corpi. Ma improvvisamente qualcuno ha notato che stava ancora respirando. Invece di essere messa in una bara di zinco come molti altri, è stata velocemente trasportata in elicottero all’ospedale di Palermo.
Non è ancora chiaro se la donna Eritrea non ancora identificata, una ragazza di circa 20 anni, possa farcela. Se si salvasse, sarebbe una dei 150 sopravvissuti della tragedia accaduta alle 4 del mattino di giovedì scorso vicino all’Isola dei conigli, sulla costa di Lampedusa, quando una barca salpata dalla città libica di Misrata con a bordo 500 rifugiati ha preso fuoco ed è affondata. 181 persone hanno perso la vita mentre raggiungevano l’Italia, la loro terra promessa. Un altro centinaio risulta ancora disperso, mentre i sommozzatori e la guardia costiera italiana lottano contro l’alta marea e i forti venti per cercare di trovarli.
Nelle brochures turistiche, la piccola isola del Mediterraneo, avamposto europeo più vicino alle coste della Tunisia, si parla di “spiagge bianche come la neve, natura incontaminata, mare cristallino colmo di vita”. Ma questa pubblicità è indirizzata a coloro che arrivano sull’isola attraverso l’aeroporto, con l’intenzione di passare qualche giorno a rilassarsi sulla spiaggia e poi tornare a casa.
Ma la facilità con cui Lampedusa può essere raggiunta dall’Africa rispetto a tutto il resto d’Europa, ha fatto sì che centinaia di profughi rimanessero bloccati – o annegassero – nelle acque dell’isola per anni. Anche nella disastrosa notte della settimana scorsa, un’altra barca è arrivata sull’isola portando in Italia 463 profughi siriani. Ma la quantità di persone presenti sull’imbarcazione ha reso impossibili le operazioni di manovra tanto che essa è stata trainata all’interno del porto dalla guardia costiera.
Le autorità stanno ora interrogando un 35enne tunisino, arrestato in quanto capitano della barca, per cercare di capire perché essa abbia preso fuoco e sia affondata.
L’uomo era già arrivato a Lampedusa illegalmente un’altra volta, l’11 aprile scorso, ma era stato rimandato in Tunisia.
Riformare la legge di Dublino
Ancora prima che tutti i corpi venissero ritrovati, le prime voci di protesta si erano già levate. Il Ministro dell’Interno e vice Premier Angelino Alfano, che ha contribuito alla stesura del trattato Libia – Italia che prevede pattugliamenti e controlli per rimpatriare i profughi, ha iniziato a esprimere le proprie rivendicazioni mentre visitava Lampedusa.
In piedi in mezzo ai corpi, Alfano ha detto che spera che questa tragedia riesca ad “aprire gli occhi all’Europa”. Ha inoltre auspicato urgenti cambiamenti alla legge di Dublino.
Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, ha inoltre chiesto una più saggia distribuzione degli oneri, considerando la questione dei profughi "un problema di tutti gli stati membri dell’Unione”. Schulz ha detto che l’Italia non dovrebbe essere lasciata sola a cercare di risolvere la situazione.
La considerazione che sta dilagando nel vecchio continente è che la questione “non debba essere discussa dalla commissione di Bruxelles, ma è una questione di solidarietà fra gli stati membri dell’Ue”. Questo è quanto Schulz ha scritto in una nota diramata giovedì. Ha inoltre utilizzato parole dure nei confronti del dibattito UE sul problema, appellandolo come “spaventoso”.
L’UE ha emendato la controversa norma di Dublino del 2003 a giugno, stabilendo che i profughi che raggiungono l’Europa possono richiedere asilo solo nei Paesi in cui per primi arrivano. La legge va a vantaggio soprattutto della Germania, Nazione completamente circondata dagli altri Paesi europei, rendendola praticamente inaccessibile a qualsiasi richiesta di asilo. Come conseguenza, la quarta economia del mondo è diventata solo 11esima nella classifica europea di richieste di asilo in proporzione a numero di popolazione.
Persone provenienti da aree in crisi stanno convergendo verso i confini esterni dell’Unione. Parliamo in particolare di africani per l’Italia, Ceceni per la Polonia e siriani, iraniani e iracheni per la Grecia, In Germania, d’altra parte, dilaga la concezione che i profughi siano problemi degli altri.
Un problema di Diritti Umani
Il sistema di Dublino è stato disegnato per forzare i Paesi del Sud – Est Europa a pattugliare efficacemente i loro confini. Negli ultimi anni l’UE ha investito milioni per prevenire l’indesiderata immigrazione. Le misure hanno incluso il dispiegamento di unità poliziesche sulle coste esterne, la costruzione di recinzioni e l’uso di satelliti per monitorare le rotte dei profughi.
Ma questo non ha scoraggiato gli sfollati. Migliaia sono morti in viaggio, mentre quelli che sono riusciti a raggiungere i confini europei e a richiedere asilo sono praticamente intrappolati nei “Paesi esterni”.
In Italia, più di un profugo su 3 ha ricevuto il permesso di soggiorno, più che in qualsiasi altra Nazione europea. Ma solo pochi tra loro riescono a trovare un lavoro e un posto dove stare, mentre molti altri vivono per strada, nei parchi, senza nessuna cura medica.
Il programma di protezione italiano SPRAR offre asilo ai richiedenti e alloggi ai profughi, lezioni di lingua e consulenza. Ma lo SPRAR può bastare solo per 3000 persone su 75000 potenziali richiedenti. Nils Muiznieks, commissario del Consiglio Europeo dei diritti umani, ha definito le condizioni di questi uomini “shockanti2 e ha registrato che la “quasi totale assenza” di un sistema di asilo in Italia stia diventando un “serio problema di diritti umani”.
I sistemi di Asilo negli altri paesi esterni dell’Unione non stanno molto meglio – sempre che essi esistano. Quello polacco, per esempio, viola le linee guida dell’Alta Commissione per i Rifugiati dell’ONU, ha scritto il Consiglio per i Rifugiati belga in un report. Le famiglie vengono spesso separate e i rifugiati traumatizzati vengono lasciati a loro stessi.
I rifugiati in Ungheria vengono chiusi in centri di detenzione e in alcuni casi subiscono abusi con mazze e gas irritante. Le donne incinte vengono tenute in prigione fino al giorno del Parto. In Grecia, centinaia di rifugiati vengono giornalmente maltrattati, cosa che l’Agenzia UE per i Diritti fondamentali ha descritto come una catastrofe umana.
Resoconti di queste condizioni hanno spinto molti rifugiati a dirigersi verso il centro e il nord Europa. Il governo tedesco, invocando la legge di Dublino, li rispedisce indietro.
Serve un cambiamento
Volontari e organizzazioni come Frankfurt-based Pro Asyl hanno sviluppato un progetto univoco di riforma del sistema di asilo europeo. L’avvocato Reinhard Marx, uno degli autori del memorandum, spiega che la questione non è eliminare i controlli ai confini. È giusto fermarli e registrarli nel momento in cui entrano in Europa, ma dovrebbe essere permesso loro di scegliere in quale paese dell’UE vogliono richiedere asilo.
Gli esperti credono che questo sistema ridurrebbe gli oneri di Paesi come l’Italia. Molti rifugiati sarebbero attratti da Nazioni in cui potrebbero vivere in condizioni decenti, come appunto la Germania. Questo inoltre eliminerebbe incentivi per il traffico di esseri umani dentro il continente.
È chiaro, come ha detto il presidente del Parlamento europeo Schulz la scorsa settimana, che “ dietro la tragedia si nascondono la criminalità organizzata e i conflitti che dilagano attorno a noi. Noi dobbiamo incrementare gli sforzi per fermare i criminali, fuori e dentro l’UE, che sfruttano la miseria umana per profitto”.
Molti rifugiati oggi sono costretti a dipendere dai trafficanti se vogliono raggiungere Paesi come la Germania dalla periferia europea. “Il sistema di Dublino è un programma di lavoro per i trafficanti”, ha detto l’avvocato Marx. Nel futuro, ha aggiunto, i richiedenti asilo dovranno essere in grando di scegliere Nazioni in cui, per esempio, alcuni dei loro compatrioti vivono già. I Paesi che accettano un ampio numero di rifugiati dovrebbero inoltre ricevere supporto dal Fondo europeo per l’Asilo e la Migrazione.
Questa idea potrà piacere al Ministro dell’Interno tedesco Hans – Peter Friedrich? Il Ministro dell’Interno Alfano ha richiesto che il problema dei rifugiati venga posto in agenda nelL’incontro dei ministri dell’Interno che si terrà a Lussemburgo Giovedì. “Ci faremo valere” ha detto Alfano.
Il Governo Italiano è sotto pressione. In un report dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa realizzato Mercoledì, la polizia di Roma è fortemente criticata.
Ancora una volta, si legge nel documento, l’Italia si è preparata male e l’ondata di rifugiati e “migranti irregolari potrebbe essere ufficiosamente incoraggiata ad andare verso nord ed attraversare i confini italiani per dirigersi verso altri Paesi”. In questo modo, gli Stati membri continuano a non prendersi le proprie responsabilità.
Nel frattempo, per quei somali e quegli eritrei che hanno lasciato le coste libiche per dirigersi in Europa, e che sono morti alle 4 di giovedì scorso, il Mediterraneo è diventato il cimitero dei sogni.
Traduzione a cura di Vittoria Patanè. Fonte: International Spiegel