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La verità sulle azioni Unicredit
martedì 15 novembre 2016, di
Le azioni di Unicredit perdono nella seduta odierna il 4,28%, portandosi intorno a quota €2,2. Il titolo della banca milanese soffre l’avvicinarsi del referendum costituzionale così come le newsflow riguardanti Montepaschi.
Ieri, le azioni Unicredit erano riuscite a mettere a segno un forte rialzo di oltre il 6%, in scia alle voci circolate riguardo un deal con Societe Generale, salvo poi chiudere invariate. Sempre nella giornata di ieri, sono circolati rumors riguardo l’aumento di capitale che Unicredit annuncerà il 13 dicembre. Secondo questi rumors, l’istituto di piazza Gae Aulenti potrebbe decidere di ricapitalizzarsi per €13 miliardi, cifra poco al di sotto dell’attuale capitalizzazione di mercato. Dove si nasconde la verità?
Azioni Unicredit in rosso: pesano newsflow MPS e aumento di capitale
Le azioni Unicredit inciampano in Borsa del 4,28% dopo essere state sospese per eccesso di ribasso poche ore fa. Il titolo della banca milanese ieri aveva aperto in forte rialzo, fino ad essere sospeso per eccesso dello stesso. A trascinare gli acquisti nella giornata di ieri sono state le indiscrezioni riguardanti la possibile fusione della banca italiana con Societe Generale, voci peraltro mai confermate.
Difatti, subito dopo la riapertura degli scambi, il titolo di Unicredit è sceso per poi chiudere invariato. La notizia che invece ha messo in subbuglio gli investitori è quella che riguarda l’aumento di capitale.
L’isituto di piazza Gae Aulenti, il 13 dicembre presenterà il piano industriale nel quale indicherà l’effettivo ammontare dell’aumento. Nel corso di questi mesi sono state diverse le ipotesi degli analisti sulla cifra definitiva della ricapitalizzazione.
Tutto passa per le cessioni di Pekao, Fineco e Pioneer. La vendita di Fineco ha fruttato alla banca milanese 12 punti base mentre ancora non è chiaro quanto peseranno le cessioni di Pekao e Pioneer e soprattutto se peseranno, dato che la stessa banca ha precisato che l’esito delle trattative in corso è del tutto incerto.
Azioni Unicredit: le preoccupazioni di Goldman Sachs
Goldman Sachs proprio ieri ha offerto la sua view riguardo l’ipotesi di maxi-aumento di capitale da €13 mld. La casa d’affari americana ritiene che una ricapitalizzazione totale di €15-18 miliardi avrebbe un impatto positivo sul CET1 di 390-460 punti base che azzererebbe quasi l’ammontare di crediti in sofferenza detenuti dalla banca milanese.
Goldman però è preoccupata che il maxi-aumento sia dovuto principalmente alle richieste dell’UE di rafforzamento dei requisiti patrimoniali poiché in quel caso un aumento monstre non avrebbe un effetto positivo né per la banca né per per il titolo.
Azioni Unicredit: attenzione a novità su Basilea 4
Le banche europee si stanno scagliando contro il Parlamento Europeo per le nuove regole di Basilea 4 che vedono appunto un innalzamento dei livelli di capitale richiesti agli istituti creditizi.
Se Unicredit dovesse propendere per un rafforzamento del capitale nell’ordine di €13 miliardi, è probabile che lo faccia più per venire incontro alle richieste dell’UE che non per liberarsi dei crediti in sofferenza. A metà ottobre erano circolati rumors di stampa secondo cui la BCE avrebbe chiesto a Unicredit di raggiungere un CET1 del 14%.
La richiesta è di per sé strana ma coincide per tempistica con le discussioni sulle regole di Basilea 4. Diffficile che Unicredit decida di liberarsi tutto d’un colpo dei crediti deteriorati, dato che in Italia su questi non vi è mercato.
Poi, nel mezzo c’è il delicato aumento di capitale del Montepaschi il cui esito è del tutto incerto. Molti analisti reputano che l’esito positivo dell’adc di Montepaschi e la decisione dell’ammontare complessivo di quello di Unicredit passino per il referendum costituzionale del 4 dicembre.
Azioni Unicredit: esito del referendum crocevia per l’aumento di capitale?
Il voto referendario sarebbe così un crocevia per due importanti banche italiane ed europee, cosa difficilmente credibile. La situazione del Montepaschi è particolarmente difficile data l’enorme mole di crediti deteriorati ed il contesto di tassi di interesse negativi che logorano la redditività delle banche.
Un investitore istituzionale straniero difficilmente potrebbe essere invogliato dal sottoscrivere l’adc di una banca in difficoltà in un contesto deflativo e lo stesso discorso potrebbe valere per Unicredit.
Se la banca milanese si libererà dei gioielli di famiglia come Pekao e Pioneer oltre che della già (in parte) ceduta Fineco, per quale motivo un grande investitore dovrebbe sottoscrivere l’aumento? Più che dall’esito referendario, gli aumenti di capitale di MPS e Ucg dipenderanno dall’andamento economico dell’Italia.
Sicuramente una eventuale instabilità politica aumenterebbe l’incertezza riguardo il futuro economico dell’Italia nel breve ma nel lungo periodo, in realtà, cambierebbe poco (difficile che l’Italia abbandoni l’Europa in stile Brexit).
Azioni Unicredit: aumento da €13 miliardi è possibile ma poco probabile
Dunque, cosa aspettarsi dall’aumento di Unicredit? In un contesto difficile sia economicamente che politicamente, un rafforzamento nell’ordine di €13 miliardi sembra una mossa quanto meno azzardata.
L’unico motivo per cui varrebbe la pena fare un adc di questo calibro sarebbe lo smaltimento di quasi tutti i crediti deteriorati ma questa è una pista difficilmente percorribile. Al netto delle vendite di Fineco, Pekao e Pioneer è più probabile che Unicredit opti per un aumento di capitale nell’ordine di €7-€8 mld (comunque molto consistente).
Eventuali sorprese si potrebbero avere solo nel caso di richieste da parte dell’UE che, in un momento delicato come questo, sembrano davvero inadatte visto che la posta in gioco è molto alta.