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La madre denuncia: mio figlio escluso da gita scolastica perché autistico

lunedì 14 aprile 2014, di Paola D’Andrea

Matteo – nome di fantasia del ragazzo – ha 13 anni ed è autistico. Secondo quanto racconta la madre del ragazzo, è stato escluso dalla gita scolastica, a sua insaputa, perché affetto da questo disturbo.
La prima giornata fuori porta, organizzata dalla scuola media del grossetano, - a cui hanno partecipato tutti i ragazzi della classe tranne Matteo - si è svolta in un capoluogo toscano.
Per la madre è stato un duro colpo, come lei stessa racconta: “Vederlo a casa non è stato piacevole. Mi sento mortificata e distrutta emotivamente”.

Situazione spiacevole quella di Adriana – nome di fantasia della madre – soprattutto quando deve cercare di sviare alle domande insistenti del figlio, il quale con entusiasmo chiede quando andrà in gita. Domanda che Matteo pone ogni giorno, spiega Adriana, da quando gli era stato annunciato che da lì a poco sarebbe andato in gita con i suoi compagni.

Il fatto eclatante e che lascia interdetti è che la madre rivela di essere stata all’oscuro di tutto, e che la scuola abbia preso la decisione senza il suo consenso.
Rachele Morini, avvocato della donna, attacca: “Un’esclusione forzata, la mamma di Matteo ha saputo della gita attraverso altri genitori che avevano ricevuto il foglietto da firmare come autorizzazione. Il piccolo ha gli stessi diritti degli altri bambini".

La scuola, che a quanto pare risulta essere tra le più attente e sensibili verso gli studenti disabili, sembra sia inserita in progetti nazionali in tal senso, si difende da ogni accusa.

La dirigente scolastica spiega che la decisione è stata presa in accordo con gli organi collegiali, gli insegnanti – compresa quella di sostegno -, e con i servizi sociali delle Asl.

E prosegue: “Quest’anno è stato deciso che Matteo facesse alcune uscite alternative per favorire la sua autonomia mentre per altre gite, troppo faticose perché con molte ore di pullman, è stato deciso di non fargliele fare. E anche la madre era d’accordo”.

L’insegnante di sostegno dice di averla incontrata, insieme agli altri insegnanti, il 18 marzo scorso, e di averle esposto il piano delle attività pensate per Matteo.
In questo incontro le insegnanti avrebbero proposto, ad Adriana, una terza gita, più accessibile, a cui avrebbe partecipato anche Matteo. Secondo quanto raccontato dalle docenti, la madre sembrava essere d’accordo.

Naturalmente la versione di Adriana è un’altra. Rivela: "Mi sono sempre opposta fin dall’inizio, anche quando dalla scuola mi hanno detto che come madre dovevo capire che non potevo privare altri ragazzi della classe della possibilità di andare in gita".
Racconta, inoltre, di aver inviato – dopo il 18 marzo – una lettera alla scuola in cui chiedeva che Matteo fosse inserito tra i partecipanti delle due gite. Ma, di non aver ricevuto nessuna risposta fino al 9 aprile, il giorno prima della gita fuori porta, in cui la informavano che il figlio avrebbe partecipato soltanto alla terza gita prevista a maggio.

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