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La leadership femminile nel mondo del lavoro

martedì 13 maggio 2014, di Barbara Lorenzo

La sensibilità verso i temi della leadreship al femminile è aumentata negli ultimi tempi in modo esponenziale.
Alcuni fattori impediscono, o per lo meno, rendono difficile, l’affermarsi del potere femminile nel mondo del lavoro, da un lato una forte resistenza al cambiamento e poco decisionismo, dall’altro lato un turnover manageriale lento, prerogativa di moltissime aziende, non è quello di oggi uno scenario facile per avviare delle trasformazioni e dei cambiamenti nella cultura del lavoro.

Le donne devono assecondare la trasformazione, innanzitutto migliorando la propria capacità di networking, costruendo ed alimentando con costanza e continuità una rete professionale, gli uomini sotto questo aspetto sono di gran lunga più bravi.

Perchè poche donne ai vertici aziendali?
Il trend sta cambiando, ed è proprio questo governo che sta dando segnali importanti in termini di opportunità assegnate a donne di valore sia in politica sia ai vertici di colossi industriali, fino a poco tempo fa ad appannaggio di soli manager uomini.
Le stesse donne vogliono donne al potere, ma poi quando capita, inveiscono contro di loro, criticano il loro operato, si lamentano e rimpiangono il capo uomo .
La verità è che nell’ambito lavorativo, i rapporti gerarchici con le donne non sono facili, spesso conflittuali e tesi, gelosie ed invidie e rivalità sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a minare l’ascesa delle donne al potere.

Negli ultimi anni, molte donne hanno ricoperto e stanno ricoprendo in vari settori, dalla politica, alla finanza, dal giornalismo alle aziende, posizioni manageriali di rilievo e allora da dove nasce l’avversione di prendere ordini da una donna?
Alice Eagly, psicologa della Northwestern University è convinta che sia una questione di tradizioni culturali: "lo stereotipo del leader è ancora maschile e ciò mette le donne in condizioni di svantaggio".

Uno dei fattori che rallenta la scalata al potere del gentil sesso è la competizione femminile, ciò potrebbe essere spiegato con la "sindrome dell’ape regina", infatti le donne che raggiungono il successo in ambienti a prevalenza maschile tendono a contrastare l’ascesa delle colleghe e diventano ossessionate dal mantenimento della loro autorità.
La "sindrome dell’ape regina" è diventata nel tempo uno stereotipo, e ad accrescere la credenza , film e letteratura, per cui una donna per avere successo nel lavoro per forza deve essere arrampicatrice, dispotica, isterica, invidiosa e arida, una per tutte Miranda Priestly, nel film "il diavolo veste Prada".

Come donna mi auspico che un numero sempre maggiore di donne capaci, possano ricoprire posizioni elevate e di potere, e con un pizzico di solidarietà femminile in più si potrà dare battaglia agli stereotipi, come le "quote rosa".
Ma la sfida verso il cambiamento non spetterà agli uomini ma toccherà a tutte noi donne.

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