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L’imposta di compravendita è pari ad 1/3

lunedì 4 settembre 2017, di Antonio Dario Solazzo

Come risparmiare le imposte sulla compravendita immobiliare? Meglio chiedere ad un professionista e lasciar perdere i “segreti” che vengono millantati da sedicenti esperti fiscali. Il Dottor Antonio Dario Solazzo, commercialista a Milano, ci parla della normativa fiscale in materia di acquisto prima casa.

SEGRETO

In questo «segreto» parliamo di come le imposte iniziali legate alla compravendita immobiliare possano essere dilazionate nel corso del tempo e di come tutto ruoti attorno ad una “scommessa” su eventuali errori da parte di Equitalia nel valutare la corretta entità dei tributi che andrebbero realmente versati.
In merito all’acquisto di un immobile da adibire come prima casa viene consigliato di non prenderne la residenza, di rivendere l’immobile entro 18 mesi dall’acquisto e di autodenunciarsi all’Agenzia delle Entrate per dimostrare la propria buona fede e per non essere multati. Fatto ciò si consiglia di non pagare il ravvedimento, che arriverà dopo 2 o 3 anni, e di attendere la relativa cartella esattoriale, che sarà presentata ad un legale specializzato, il quale consiglierà al contribuente di fingere che la cartella non sia mai arrivata. Dopo 2 anni arriverà un’intimazione di pagamento, e a quel punto l’avvocato potrà avviare un contenzioso vincente, risparmiando in questo modo il 7% di imposte dovute
”.

COMMENTO

Nel caso di specie, l’escapologo consiglia di non prendere la residenza dell’immobile acquistato, per quanto, se l’acquisto viene fatto tramite contratto di mutuo ex art. 1813 C.c., il fatto di non prendere la residenza entro un anno dal giorno in cui è stata acquistata l’abitazione comporta l’indetraibilità degli interessi passivi versati, che altrimenti sarebbero detraibili fino a un limite di 4.000 €. Quindi è una detrazione d’imposta persa!

Quando si acquista la prima casa si può fruire di alcune agevolazioni fiscali che consentono di avere un notevole risparmio d’imposta rispetto ai tributi ordinariamente dovuti.

Tali agevolazioni possono essere perse in caso di vendita o donazione dell’abitazione prima che siano trascorsi 5 anni dalla data di acquisto, a meno che non si acquisti un altro immobile entro l’anno, anche a titolo gratuito, tramite contratto definitivo di compravendita. Sul punto in questione l’escapologo consiglia di rivendere l’immobile entro 18 mesi dall’acquisto, senza aggiungere altro sulla questione.

I suddetti benefici possono essere persi, con la necessità di versare le imposte “risparmiate”, gli interessi e una sanzione del 30% dell’imposta stessa. Un altro caso in cui si ha la perdita dei benefici fiscali riguarda il mancato trasferimento della residenza nel nuovo immobile entro 18 mesi dall’acquisto, che l’escapologo consiglia vivamente di non prendere! L’acquirente può autodenunciarsi all’Agenzia delle Entrate revocando la dichiarazione formulata nell’atto di acquisto dell’immobile e chiedendo la riliquidazione dell’imposta dovuta, così come previsto dalla risoluzione 105/E del 3 ottobre 2011.

In conclusione, il risparmio del 7% di imposte garantito dall’escapologo non vale né il tempo sprecato ad eludere delle imposte dovute né tanto meno il risparmio d’imposta di cui il contribuente avrebbe potuto fruire, come la detrazione fiscale relativa agli interessi passivi per l’acquisto dell’immobile e i “benefici prima casa”, con la conseguenza che l’imposta “risparmiata”, come già detto in precedenza, deve essere comunque versata!

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