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Il governo prepara il decreto anti riciclaggio
martedì 6 maggio 2014, di
Esecutivo al lavoro anche sul problema giustizia al fine soprattutto di varare delle riforme in tema di contrasto al riciclaggio ed ai beni da sottrarre alla mafia. Il testo allo studio è composto da circa una trentina di articoli raggruppate in un unico pacchetto denominato “misure volte a rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata e i patrimoni illeciti”.
Il disegno di legge introduce anche nel nostro paese il reato di auto riciclaggio che prevede sino a 6 anni di reclusione per chi commette il reato. In sostanza viene ad essere punito chi ripulisce i propri proventi finanziari con una finalità imprenditoriale o finanziaria. La norma prevede un aggravio di pena per quanti effettuano il reato nell’esercizio di attività professionale, attività bancaria o finanziaria oppure nell’esercizio delle funzioni di amministratore, sindaco, liquidatore o altro ruolo con potere di rappresentanza.
Il testo prevede numerose novità in materia: da un riordino dell’agenzia nazionale dei beni confiscati e sequestrati ad alcune modifiche alla normativa in materia di scioglimento dei Comuni per mafia sino ad un incremento del numero dei delitti che consentono l’adozione dei provvedimenti di sequestro e confisca. Viene anche introdotto il meccanismo del controllo giudiziario, meno pervasivo dell’amministrazione giudiziaria, che consente allo Stato di agire anche se non vi è pericolo di infiltrazioni mafiose e non determina la perdita del possesso dell’amministrazione ordinaria da parte dell’imprenditore e quindi non si hanno blocchi dell’attività.
Nelle prefetture si avranno dei tavoli permanenti sulle aziende oggetto di sequestro composti da diverse personalità (rappresentanti di sindacati, associazioni di imprese, direzioni territoriali del lavoro, ecc.). Gli immobili oggetto di sequestro potranno essere assegnati ai Comuni per attività di natura economica ma i proventi saranno assegnati a fini sociali.
L’Anbsc (agenzia nazionali dei beni confiscati e sequestrati) avrà un’unica sede a Roma (soppresse le sedi periferiche) e l’organico verrà incrementato da 30 a 60 unità. Modifiche anche per quanto concerne il consiglio direttivo e per il Comitato Consultivo con la previsione di una disciplina transitoria per 18 mesi dall’entrata in vigore delle norme limitante l’attività all’amministrazione e destinazione dei beni confiscati.
Attualmente l’Anbsc non ha un direttore e gli esponenti politici pensano ad un commissario in grado di gestire la fase transitoria. Successivamente il posto potrà essere assegnato ad un dirigente dell’agenzia del demanio, un prefetto o un magistrato. Tuttavia occorrerà pensare a concreti indicatori di efficienza ed efficacia visto che secondo il vicepresidente di Confindustria il 90 % delle aziende confiscate versa sull’orlo del fallimento.