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Ius soli: Grasso prudente sulla proposta di legge della Kyenge
giovedì 9 maggio 2013, di
Nonostante il sì del cardinale Bagnasco e di molte altre rilevanti personalità, la proposta di legge relativa allo ius soli portata avanti da Cécile Kyenge riceve il primo stop dal presidente del Senato Piero Grasso. Il neo-ministro per l’Integrazione, dopo l’altolà del Pdl ha ricevuto quindi anche lo stop di Grasso. Già la settimana scorsa la Kyenge aveva denunciato le proprie difficoltà nel lanciare la sua proposta di nuove regole sulla cittadinanza, incentrate specialmente sull’abolizione del reato di immigrazione clandestina.
Cos’ha detto Piero Grasso sullo ius soli
E’ difficile dire se riuscirò. Per far approvare la legge bisogna lavorare sul buon senso e sul dialogo e trovare le persone sensibili. Il Paese sta cambiando e la società chiede nuove regole sulla cittadinanza. Bisognerà lavorare molto affinché si trovino i numeri necessari.
Eppure, giorno dopo giorno, si moltiplicano i pareri contrari allo ius soli, l’ultimo dei quali proviene direttamente dal presidente del Senato, Piero Grasso, che sulla questione, intervistato dalla Stampa, richiede prudenza:
Parlare di "ius soli" senza condizioni, e cioè che è sufficiente nascere in Italia per godere del diritto di cittadinanza, può trasformarsi in un grosso affare per i trafficanti di esseri umani. Particolarmente nel nostro Paese, nel momento in cui si preveda una legislazione senza vincoli né limiti: ciò potrebbe trasformare in abusi e reati gravissimi contro la persona e la sua dignità di essere umano.
Per Grasso, dunque, occorre trovare il giusto equilibrio anche nel dibattito per volgersi verso la direzione di uno "ius soli temperato", anche perché sul tema, in Europa, l’Italia occupa le ultime posizioni.
E proprio a tal proposito Grasso propone una revisione della legge Bossi-Fini, auspicando un equilibrio tra le parti e un dibattito senza preconcetti.
Lo ius soli in Europa
In Italia lo ius soli si appresta a diventare uno dei temi caldi di quest’anno, ma in Europa come funziona il diritto di cittadinanza?
Da un’interessante analisi pubblicata sul sito di Panorama, si viene a sapere che solo gli Stati Uniti hanno adottato una legislazione sullo ius soli puro. Se si guarda in Europa invece si denota un maggiore equilibrio tra ius sanguinis (diritto di cittadinanza per sangue) e ius soli.
La Germania ad esempio ha un sistema normativo molto rigido per ciò che concerne lo ius soli, visto che ne possono godere solo quei figli di cui almeno uno dei genitori sia in possesso di un permesso di soggiorno da 3 anni e viva nel Paese da almeno 8 anni.
Quasi la stessa normativa per l’Irlanda, mentre in Gran Bretagna un bambino acquisisce automaticamente la cittadinanza solo nel caso in cui un genitore sia già cittadino britannico.
Lo ius sanguinis vige anche in Spagna, mentre lo ius soli non gode di una normativa forte. Un bambino può diventare cittadino spagnolo solo nel caso in cui il suo genitore sia nato in Spagna, ma il diritto di cittadinanza si applica anche dopo 10 anni di residenza nel Paese.
Come ben si evince da questi esempi, la proposta di Grasso su uno "ius soli temperato" non è priva di ragioni. Né tantomeno la richiesta di un dibattito civile, spinta soprattutto da Cécile Kyenge, sulla questione. Cosa questa che sembra più complicata del previsto.