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Italicum vs Mattarellum: come cambia la legge elettorale italiana dopo la sentenza della Corte Costituzionale
martedì 24 gennaio 2017, di
Alcuni punti dell’Italicum potrebbero essere dichiarati incostituzionali dalla Corte Costituzionale e questo costringerebbe il Parlamento a ragionare su una nuova legge elettorale per l’Italia.
Ma come funziona davvero l’Italicum? E quali sono le altre leggi elettorali italiane? Ma soprattutto, cosa accadrebbe se l’Italicum fosse incostituzionale?
Già dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre, l’argomento principale su cui ha discusso la politica italiana è stato quello della riforma elettorale.
Nelle ultime settimane si è parlato anche di reintrodurre il Mattarellum, la legge elettorale in vigore prima dell’Italicum e del Consultellum (ex Porcellum).
Inoltre, a breve, la Corte Costituzionale emetterà una sentenza proprio sull’Italicum e, qualora dovesse essere considerato incostituzionale, potrebbe essere necessario scrivere una nuova legge elettorale.
Ma siete sicuri di sapere come funziona la legge elettorale italiana?
Conoscere il funzionamento non solo dell’Italicum, ma anche del Porcellum e del Mattarellum potrebbe aiutarvi a capire meglio quello che avverrà nelle prossime settimane.
Se avete qualche dubbio, quindi, proveremo a chiarirvelo con questa breve guida sul come funziona la legge elettorale e sui principali tipi di legge elettorale introdotti Italicum, Porcellum e Mattarellum.
Italicum: come funziona la legge elettorale italiana che potrebbe essere incostituzionale
Di recente il discorso politico si è concentrato molto sulla questione relativa alla legge elettorale italiana e anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto sottolineare la necessità di una legge elettorale che possa essere condivisa e ben strutturata.
In questo momento, infatti, la struttura della legge elettorale italiana non permetterebbe di costituire un Governo con una maggioranza piena e che, quindi, sia in grado di governare il paese senza troppi ostacoli e resistenze.
La legge elettorale italiana si basa attualmente su due modelli diversi (all’atto pratico opposti): l’Italicum, valido per la Camera dei Deputati e sotto l’esame della Corte Costituzionale per sei possibili profili di incostituzionalità; e il Consultellum, evoluzione della legge Porcellum, in vigore per il Senato della Repubblica.
L’Italicum (denominata ufficialmente legge 6 maggio 2015 n. 52) è la legge elettorale attualmente in vigore in Italia per l’elezione della Camera dei Deputati. Questa legge è stata promossa dall’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi ed è entrata in vigore il 1 luglio 2016, dopo essere stata approvata in via definitiva dal Parlamento il 4 maggio 2015.
Essa è una legge che prevede un sistema proporzionale, ma che assegna anche un alto premio di maggioranza alla coalizione che ottiene più del 40% dei voti al primo turno (o che vince il ballottaggio). Per la precisione tale coalizione ottiene il 54% dei seggi (340 seggi su un totale di 630).
Altro aspetto dell’Italicum è quello relativo alla soglia di sbarramento fissata al 3% su base nazionale per tutti i partiti e la suddivisione del territorio nazionale in 100 collegi plurinominali per venti circoscrizioni.
Un collegio plurinominale è un collegio elettorale (quindi una porzione di territorio di uno Stato) in cui i cittadini che vi risiedono e che hanno diritto di voto possono eleggere più rappresentanti per il Parlamento. Il collegio uninominale, al contrario e come dice il nome, permette di eleggere un solo candidato per ciascun collegio elettorale.
Vi è poi la questione relativa alla scelta del capolista: in sostanza il cittadino può esprimere massimo due preferenze (una per ogni genere) all’interno della lista, ma non può determinare il capolista che è, dunque, bloccato.
Per i capolista è possibile, infine, candidarsi per più di un collegio fino ad un massimo di dieci e per ogni circoscrizione si potrà designare un capolista dello stesso sesso per non oltre il 60% dei collegi. In sostanza, per ogni circoscrizione, i candidati dello stesso sesso non potranno essere più del 60% del totale dei candidati.
Attualmente l’Italicum è posto al vaglio della Corte Costituzionale che deve pronunciarsi sulla sua presunta incostituzionalità. Vediamo il perché l’Italicum potrebbe essere incostituzionale.
Italicum: perché potrebbe essere incostituzionale?
Già all’epoca in cui è entrato in vigore l’Italicum suscitò diverse polemiche, accusata più volte di contenere alcuni punti ritenuti incostituzionali.
La Corte Costituzionale doveva pronunciarsi sulla sua presunta incostituzionalità già ad ottobre dell’anno scorso, ma ha rimandato la decisione che dovrebbe essere presa nella giornata di oggi.
L’Italicum potrebbe avere ben sei profili di incostituzionalità, ma le principali accuse riguardano il premio di maggioranza molto alto che potrebbe distorcere il risultato elettorale.
Potrebbe accadere, infatti, che una coalizione che abbia ottenuto (poniamo) il 20% dei voti, possa arrivare al 54% grazie alla vittoria del ballottaggio.
Altro aspetto molto criticato è quello relativo ai capilista bloccati che permetterebbero di eleggere con i voti di preferenza solo i candidati di una lista che ottenga il 40% dei voti al primo turno, mentre per quelle che ottengono pochi seggi sarebbe possibile eleggere solo i capilista.
Come abbiamo detto, l’Italicum è in vigore solo per la Camera dei Deputati. Questo perché si era pensato di legare l’effettivo utilizzo di questa legge alla (parziale) abolizione del Senato prevista con il referendum costituzionale.
In realtà, visto l’esito del referendum che conferma il Senato così com’è, ci troviamo in una situazione poco coerente dato che quest’ultimo continua ad essere eletto con il Consultellum (ex Porcellum), una legge proporzionale quasi pura che porta ad una grande frammentazione del voto. Prima di vedere come funziona la legge elettorale in vigore al Senato, vediamo in cosa consiste il Mattarellum, la legge che potrebbe sostituire l’Italicum qualora fosse incostituzionale.
Come funziona il Mattarellum, la legge che potrebbe sostituire l’Italicum se fosse incostituzionale
Alcuni esponenti politici, fra cui l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi (sotto il cui Governo è stata approvato l’Italicum, una delle leggi elettorali in vigore oggi in Italia), hanno proposto di utilizzare il Mattarellum come base per scrivere una nuova legge elettorale. Ma come funziona il Mattarellum, la legge che potrebbe sostituire l’Italicum?
Il Mattarellum è una legge elettorale che è stata proposta dall’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in considerazione del risultato dei referendum abrogativi del 1993 ed è stata in vigore dal 1993 al 2005.
Ciò che si propone oggi è quello di introdurre una legge simile al Mattarellum, ma con l’aggiunta di un premio di maggioranza. Ma cos’è il Mattarellum e come funziona?
Il Mattarellum divide il territorio nazionale in collegi uninominali, ognuno dei quali elegge direttamente un deputato o un senatore votato direttamente dagli elettori. Sono previsti 475 collegi per la Camera e 232 collegi per il Senato.
Non è previsto alcun ballottaggio (il candidato che prende più voti in un determinato collegio semplicemente vince il seggio) e ogni candidato non può candidarsi in più collegi.
Attraverso questo sistema si eleggono il 75% dei parlamentari, mentre i 155 deputati restanti sono eletti con sistema proporzionale e tra quei partiti che superano la soglia di sbarramento del 4%.
Tali candidati vengono scelti dai partiti e sono distribuiti su 26 circoscrizioni plurinominali.
Infine è previsto un sistema di compensazione per i partiti più piccoli definito scorporo, che funziona in modi differenti per la Camera e per il Senato.
Non sappiamo ancora come si evolverà la legge elettorale italiana e se il Mattarellum sostituirà effettivamente l’Italicum. Sicuramente questo subirebbe delle modifiche, soprattutto se la Corte Costituzionale dovesse esprimersi in modo negativo sull’Italicum. Certo è che più forze politiche (per motivi differenti) hanno espresso la volontà di rivedere l’attuale sistema di elezione in Italia.
Per completezza, vediamo come funziona l’ultima legge elettorale in vigore in Italia: il cosiddetto Porcellum.
Come funziona il Consultellum (ex Porcellum)
Il Consultellum è l’attuale legge elettorale in vigore per il Senato della Repubblica ed è una legge elettorale che deriva dalla modifica del Porcellum.
La legge Porcellum o legge Calderoli (legge n.270 del 21 dicembre 2005) ha disciplinato le elezioni del Parlamento italiano nel 2006, nel 2008 e nel 2013.
Nel 2014, la Corte Costituzionale ha giudicato la legge parzialmente incostituzionale, in particolare in merito ai punti relativi al premio di maggioranza e all’impossibilità dell’elettore di esprimere le preferenze relativamente ai candidati delle liste.
Con una sentenza del 4 dicembre 2013, dunque, la Corte Costituzionale ha eliminato la parte della legge relativa al premio di maggioranza e ha imposto che l’elettore possa esprimere una preferenza riguardo alle liste.
La legge così strutturata è stata rinominata, appunto, Consultellum ed è attualmente in vigore per l’elezione del Senato della Repubblica.
La legge Porcellum stabiliva che ci fossero ambiti territoriali diversi per l’assegnazione del premio di maggioranza, ossia tutto il territorio nazionale (eccetto la Valle D’Aosta) per la Camera dei Deputati e una sola circoscrizione per il Senato della Repubblica.
In sostanza tale legge prevedeva che alla coalizione di liste o alla lista singola che avesse ottenuto la maggioranza dei voti, ma non i 340 seggi, venissero assegnati il numero di seggi necessari a raggiungere tale numero.
Al Senato, invece, il premio di maggioranza veniva assegnato regione per regione, ad eccetto del Molise che contribuiva con soltanto due seggi. La coalizione vincente in una data regione otteneva il 55% dei seggi assegnati da quella specifica regione.
Inoltre l’elettore non poteva esprimere la propria preferenza in merito al candidato all’interno della lista, ma doveva limitarsi a votare solamente la lista. In sostanza era il partito a scegliere arbitrariamente chi candidare all’interno di una data lista, designando quindi i candidati da portare alla Camera e al Senato.
Come abbiamo detto, il premio di maggioranza è stato eliminato dalla Corte Costituzionale che ha anche introdotto la possibilità per l’elettore di esprimere una preferenza all’interno della lista.
Permane, invece, la soglia di sbarramento che per la Camera dei Deputati è fissata al 4% per il singolo partito o lista e al 10% per le coalizioni.
Inoltre le liste che sono legate ad una coalizione possono partecipare alla divisione dei seggi solo se raggiungono la soglia del 2% dei voti, ma può anche partecipare il partito al di sotto di questa soglia all’interno della stessa coalizione che abbia ottenuto più voti.
Per quanto riguarda il Senato della Repubblica, la soglia di sbarramento è fissata all’8% per i partiti o le liste e al 20% per le coalizioni. In questo caso, ogni lista appartenente ad una coalizione partecipa alla divisione dei seggi solo se ha ottenuto almeno il 3% dei voti.
I collegi uninominali sono stati mantenuti solo per alcuni seggi del Trentino Alto Adige e aboliti nel resto d’Italia, sostituiti da quelli plurinominali.