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Istat: da settembre droga, prostituzione e contrabbando nel calcolo del Pil. Ma quanto incideranno?
sabato 23 agosto 2014, di
La notizia del cambiamento delle modalità di calcolo del Pil in Europa è uscita lo scorso maggio. E ha fatto subito discutere. Da settembre infatti l’Istat abbandonerà la metodologia di calcolo introdotta nel 2010 applicando la metodologia aggiornata Sec2010.
Nel calcolo del Pil saranno introdotte nuovi voci come le spese di ricerca e sviluppo o quelle militari. Ma il capitolo che ha fatto più notizia è certamente quello legato all’ingresso nel Pil dell’economia illegale: droga, contrabbando, prostituzione avranno un peso nel calcolo del nostro prodotto interno lordo.
Ma l’economia illegale quanto inciderà sul nostro Pil?
Per prima cosa c’è da considerare la difficoltà oggettiva a calcolare il peso economico delle attività illegali in quanto tali. Negli anni abbiamo imparato quanto sia difficile fare previsioni veritiere sul Pil prendendone soltanto in considerazione le attività legali e conosciute. E’ difficile quindi pensare che sia possibile fare stime precise delle attività illegali, mai considerate prima e, per loro natura, sottratte al controllo delle forze dell’ordine.
Fermo restando queste perplessità, il direttore del dipartimento Istat per i conti nazionali, Roberto Monducci ha cercato di rispondere alla domanda sul peso di droga, prostituzione e contrabbando nel Pil: "non saranno queste le innovazioni che faranno crescere il Pil, afferma il direttore. Ci si aspetta un impatto limitato. Le linee guida di Eurostat contengono indicazioni molto chiare su come calcolare questi aggregati. E i risultati sono abbastanza limitati".
E conclude: "dall’insieme delle novità che entreranno in vigore con il nuovo sistema dei conti, il cosiddetto Sec 2010, ci si aspetta un impatto tra l’1 e il 2% sul livello del Prodotto interno lordo".
1-2 punti di Pil
Prima dell’attuale direttore era intervenuto anche l’ex presidente dell’Istat e ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, secondo il quale calcolare nel Pil il reddito di traffico di droga, prostituzione e contrabbando "serve ad avere un quadro più aderente e reale del funzionamento di un sistema economico e non si fa altro che rendere il prodotto interno lordo un indicatore più aderente al circuito dell’economia".
Questa nuova metodologia di calcolo del prodotto interno lordo dovrebbe portare in dote al governo circa 32 miliardi di Pil considerando la stima del direttore Istat che ha parlato di 1-2 punti percentuali. Ogni punto di Pil italiano infatti, vale circa 16 miliardi di euro. Considerare droga, contrabbando e prostituzione nel calcolo del Pil comporta, se si confermassero tali numeri, un calo del rapporto debito/Pil dal 132,63% del 2013 al 131,31% o al 130,03%. Inoltre questi 2 punti percentuali potrebbero abbassare dal 3 al 2,98% il rapporto deficit/Pil così importante per la tenuta dei conti pubblici e il rispetto degli impegni di bilancio presi con Bruxelles.