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Istat: consumi fermi, sarà un Natale 2012 povero per gli italiani?

venerdì 23 novembre 2012, di Daniele Sforza

Ancora un bollettino (di guerra) dell’Istat genera sconforto e preoccupazione, soprattutto in vista del Natale. Calano le vendite al dettaglio, frenano dunque i consumi. Ci aspetta un Natale povero?

2012 più povero del 2011

L’Istat ha comunicato oggi i dati sulle vendite al dettaglio, che hanno registrato in 9 mesi un -1,7% su base tendenziale e un incremento dello 0,1% su base congiunturale. L’aumento a livello congiunturale è stato determinato dal +0,2% per i prodotti alimentari, mentre per quanto riguarda le vendite non alimentari non si è registrata alcuna variazione.
Per ciò che concerne il trimestre luglio-settembre 2012, invece, l’incremento è stato dello 0,1%.

La maggiore preoccupazione si evidenzia nel confronto rispetto al 2011, visto che il -1,7% deriva prevalentemente dal calo dei prodotti alimentari (-0,6%) e di quelli non alimentari (-2,4%).

Rispetto a settembre 2011, le variazioni positive delle vendite non alimentari hanno riguardo solo i settori della telefonia e dell’informatica (+1%) e quello delle calzature e degli articoli da viaggio (+0,3%). Fatta eccezione per i giochi e gli articoli sportivi (variazione nulla), per il resto ci troviamo di fronte a un vero e proprio crollo dei consumi: calano notevolmente prodotti farmaceutici (-5,8%), foto-ottica e pellicole (-4,3%), elettrodomestici e comparto radio-televisivo (-3,9%).

Se invece si raffrontano le vendite dei prodotti non alimentari dei primi 9 mesi del 2012 rispetto a quelle dei primi 9 mesi del 2011, la flessione coinvolge più o meno tutti i settori, partendo da quello dell’arredamento (-3,4%), proseguendo con i prodotti farmaceutici (-3,3%), cartoleria, edicola e libri (-3%) e altri prodotti come gioielli, orologi e altri accessori (-0,9%).

Natale a rischio?

Lo scenario che si profila è dunque altamente negativo, come precisa Federconsumatori: "I consumi sono completamente fermi. Di questo passo, come prevede l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, a fine anno si rischia di raggiungere una contrazione del 5%, per una riduzione di spesa di oltre 35,5 miliardi di euro". A preoccupare è il Natale, visto che Federconsumatori prevede una contrazione dei consumi notevole (-12%) rispetto all’anno scorso.

Sul Natale si è espressa anche Adiconsum: "Il persistere del calo delle vendite deriva non solo dalla recessione che genera disoccupazione e ricorsi a cassa integrazione e mobilità, ma anche ai provvedimenti del governo, il cui risultato ha influito pesantemente sulle famiglie caricando ben oltre il sopportabile il carico fiscale".

La Confederazione italiana agricoltori, invece, stilla note di ottimismo, prevedendo che non sarà un Natale povero a tavola e che 9 famiglie italiane su 10 non ridurranno i consumi per il cenone della vigilia e il pranzo di Natale, preferendo mettere da parte soldi per il budget alimentare, piuttosto che per i regali o per i viaggi.

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