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Iraq raddoppia le riserve auree e punta a stabilizzare il dinaro

mercoledì 26 marzo 2014, di Nicola D’Antuono

L’Iraq entra prepotentemente nel novero dei paesi con maggiore appetito d’oro. Solo questo mese Baghdad ha fatto incetta di ben 36 tonnellate d’oro, ovvero più della domanda di Italia e Francia insieme nel 2013. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, nel giro di un mese l’Iraq ha praticamente raddoppiato le sue riserve auree. L’operazione è stata comunicata dalla stessa banca centrale irachena.

Una transazione simile nel settore ufficiale dell’oro non si ricordava da tre anni: nel marzo 2011 fu il Messico ad aumentare le sue riserve di lingotti di 78,5 tonnellate. Va poi ricordata l’operazione condotta dalla banca centrale turca nel luglio 2012, quando avvenne un aumento di 44,7 tonnellate in concomitanza con l’autorizzazione delle autorità monetarie di Ankara alle banche commerciali turche di accantonare riserve auree.

I forti acquisti dell’Iraq arrivano in una fase molto florida per l’industria petrolifera irachena. A febbraio la produzione giornaliera di greggio è aumentata di 530.000 barili a 3,6 milioni. Di questi 2,8 milioni di barili al giorno vengono esportati all’estero. Secondo il governatore della banca centrale di Baghdad, Abdel Basset Turki, il forte aumento delle riserve auree irachene è dovuto alla necessità di “stabilizzare il dinaro rispetto alle valute straniere”.

Oggi il tasso di cambio USD/IQD vale 1.194,05 ed evidenzia un progresso del 2,47%. Negli ultimi due anni il dinaro iracheno ha evidenziato un andamento piuttosto stabile nei confronti del biglietto verde. D’altronde lo stesso governatore della banca centrale irachena ha ribadito l’impegno a “rafforzare la capacità finanziaria del paese, aumentando gli elementi di sicurezza e protezione nelle riserve della banca”. Tuttavia, anche se la quantità d’oro acquistata è davvero notevole, il controvalore è molto contenuto. Parliamo appena di 1,56 miliardi di dollari, ovvero il 2% circa del totale delle riserve irachene.

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