Investimenti miliardari in tempo di crisi: i numeri delle Private Equity

Il mercato è sempre colmo di nuove opportunità per coloro che possiedono i giusti numeri, vale a dire miliardi di dollari da investire attraverso l’attività delle Private Equity, finalizzate all’acquisizione di target, società con buone prospettive sulle quali apportare modifiche sostanziali proiettate al profitto, che si traducono in tagli sostanziali del personale e di successiva cessione che di norma avviene nel arco di 5 anni.

La discrezione di operatività sull’azienda acquisita è vasta

Alle aziende acquisite vengono impartite direttive indirizzate all’acquisizione di risorse finanziarie che saranno finalizzate il rendimento dell’investimento, in fase di acquisizione con il leveraged buyout gran parte dell’indebitamento viene scaricato sulla stessa azienda acquisita, comprando un’azienda a spese dell’azienda stessa .

Sulle obbligazioni emesse da queste società per autofinanziare i dividendi il rendimento si aggira sul 10%, particolarmente allettante per gli investitori non intimoriti
dal rischio che appare particolarmente alto, con un livello di default che é pari al 13% dall’anno 2006 al 2010, il doppio rispetto a obbligazioni normali.

I Numeri

I numeri resi noti dal Wall Street Journal rendono un idea dei realizzi apportati da tale attività finanziaria nell’anno 2012 che ammontano a 54 miliardi di dollari, segnando addirittura un record storico, battendo un primato datato 2010 di 40,5 miliardi.

Fra tutti degno di nota il caso Carlyle: all’inizio del 2008 la bolla dei mutui l’aveva quasi eliminata dal mercato sotto i colpi di 16,6 miliardi di debiti che avevano affossato il suo fondo immobiliare. Tre anni più tardi, nel primo trimestre 2011, la società registrava già un utile record di 6,4 miliardi.