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Intervista a Huopainen, blogger per Tradingfloor: l’euro ha agito come acceleratore della confusione
lunedì 17 dicembre 2012, di
Forexinfo.it intervista Juhani Huopainen, blogger per Tradingfloor, sito web che riporta quotidianamente news sul mondo del trading, commenti e analisi su forex, azioni e commodity.
Il nostro sito traduce spesso gli articoli di analisi e i commenti di Huopainen sulle ultime notizie finanziarie ed economiche del mondo. Di seguito l’intervista che abbiamo realizzato con il blogger finlandese.
1) Abbiamo seguito i suoi articoli e commenti su Tradingfloor prima, durante e dopo la dichiarazione della Bce e il discorso di Draghi. Come previsto, la Bce ha deciso di lasciare i tassi invariati allo 0,75%. Ora cosa ci si può aspettare per il futuro? Che tipo di strumenti di politica monetaria potrebbe adottare la Bce in caso di necessità?
R. Draghi è condizionato da tre fattori: determinare qual è l’obiettivo, cosa potrebbe aiutare e cosa la Bce è autorizzata a fare. I leader europei non sono riusciti a concordare gli obiettivi. Alcuni paesi hanno un debito troppo grande, altri sono bloccati con economie non competitive a livello internazionale che sono tradizionalmente risanate attraverso svalutazioni ma naturalmente questa non è un’opzione a meno che l’eurozona non si disgreghi. Questi paesi sono noti come la periferia o con il termine PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna). L’altro gruppo, conosciuto come il nucleo, è composto principalmente da paesi meno competitivi che possono ancora essere al servizio del proprio debito, ma che hanno paura di non essere pagati dai PIIGS. L’obiettivo al momento dato e mantenuto dalla BCE è quello di continuare la corsa, con il finanziamento ORLT, gli acquisti SMP e delle norme collaterali, di cui la più recente è il programma OMT.
Naturalmente, tutti i programmi sono fondamentalmente trasferimenti di rischio e di ricchezza dai paesi centrali ai PIIGS che sono poi in gran parte utlizzati per ripagare i debiti ai paesi centrali. Se la crisi dovesse degenerare, le scelte principali sarebbero o accettare che i debiti dei PIIGS siano troppo grandi e decidere di tagliarli, o far sì che la BCE si assuma i debiti, almeno temporaneamente. Non c’è molta differenza tra il programma OMT della BCE e i programmi di QE della Federal Reserve, tranne che il programma OMT è condizionale, la BCE ha promesso di acquistare le obbligazioni se il paese da sostenere inizialmente accetta e poi continua ad attenersi alle condizioni previste.
L’aumento dell’inflazione è un altro modo per la BCE di raggiungere i suoi obiettivi: infatti questa renderebbe il debito più gestibile, sosterrebbe la crescita e probabilmente svaluterebbe l’euro a livello internazionale, rendendo più facile per le economie dell’eurozona tirarsi fuori da questo pasticcio. Ciò non è ancora stato sperimentato, specialmente perché la Germania (fra i paesi centrali) e le attuali norme della BCE sono strettamente contrarie a questo obiettivo dell’inflazione. La durata media, o il tempo fino alla scadenza, dei debiti dei PIIGS è abbastanza basso, quindi una crescente inflazione li costringerebbe a rifinanziare (rollover) i propri bond in scadenza con tassi di interesse nominali più alti.
Le opzioni per la BCE quindi sono:
- non fare nulla,
- prendere un po’ di rischio in più e attendere,
- diffondere il dolore in modo uniforme attraverso una maggiore inflazione.
Non importa che tipo di nome in codice utilizzano e come lo chiamano. Lo strumento monetario alla fine sarà uno di questi o una combinazione di questi. Il resto è solo fumo negli occhi.
2) Il mondo economico è circondato da una grande incertezza in questo periodo, gran parte della quale proviene dalla minaccia fiscale proveniente dagli Stati Uniti, il tanto discusso Fiscal Cliff. Molti iniziano a pensare che in realtà non accadrà e iniziano a definirlo un "non-evento". Lei pensa che alla fine sarà un non-evento? O la sua minaccia è qualcosa di cui dovremmo seriamente preoccuparci?
R. La paura del fiscal cliff è reale, ma le stime variano, dal momento che il "precipizio" non accadrà dall’oggi al domani, al contrario i suoi effetti si faranno sentire nel corso del tempo. Quindi non si tratta dello shock di un singolo evento, e il modo in cui l’economia reagirà e quale sarà la risposta della politica monetaria e fiscale, è ancora tutto da vedere. In secondo luogo, i tagli di bilancio hanno sempre un grande effetto sull’economia a causa di un effetto moltiplicatore, un taglio di un miliardo ha un effetto di riduzione sull’attività economica assai maggiore del miliardo tagliato.
Il Congressional Budget Office degli Stati Uniti ha stimato in precedenza che la crescita del Pil degli Stati Uniti avrebbe raggiunto l’1,7% nel 2013, se le cose fossero continuate così. Ma se non ci sono accordi, e i tagli fiscali temporanei scadono, si prevede una contrazione del Pil dello 0,5%. Chiaramente questa è una differenza enorme, 2,2% del Pil, e certamente trascinerebbe il mondo verso un’altra recessione, con la parte peggiore che si concentrerebbe proprio nei primi mesi del 2013. Per fortuna, l’Europa è già tecnicamente in recessione.
Questa settimana e la prossima sono quelle fondamentali per risolvere il problema. Molto probabilmente si troverà una sorta di compromesso all’ultimo momento, ma il tutto si potrebbe trasformare in una politica del rischio calcolato e per quanto riguarda Obama, invece di combattere i repubblicani per il resto del suo mandato, avrebbe molto più senso sia per lui che per l’economia lasciar venire fuori il precipizio ora in modo tale che il paese tornerebbe a crescere in vista delle prossime elezioni, invece di avere questa lenta crescita fino alle elezioni, con probabilmente una piccola recessione.
3) L’economia greca è ancora in grave difficoltà, nonostante tutti gli aiuti che ha ricevuto e continua a ricevere in questi mesi. Lei pensa che ci sia qualche solida base di recupero per questo paese per il prossimo anno?
R. No. La Grecia non si risolleverà. Non vedo alcuna speranza per il paese all’interno della zona euro. Al di fuori di essa, magari dopo cinque anni o giù di lì, le cose potrebbero iniziare a migliorare. A meno che il paese non diventi un monumento per l’eurosocialismo continuamente supportato dal punto di vista fiscale e monetario, i numeri sono senza speranza e i leader europei lo sanno bene. Hanno solo paura di dire la verità ai loro elettori. Credo che le elezioni tedesche che si svolgeranno dopo l’estate rappresenteranno un punto fondamentale. Inoltre, circa l’80% dei fondi inviati alla Grecia sono stati utilizzati immediatamente per ripagare i debiti greci, quindi in effetti i governi europei stanno solo trasferendo le potenziali perdite delle banche europee dai prestiti alla Grecia ai contribuenti europei prima dell’arrivo del default.
Ho scritto un lungo pezzo sulla Grecia dopo un Grexit, un default e una grande svalutazione. Le cose migliorerebbero tra un paio di anni, e sarebbe doloroso e caotico, ma non è dolorosa anche questa attesa? Considero completamente inutile il rinvio di questo default. Perché il popolo greco dovrebbe soffrire per un paio di anni solo per garantire la rielezione della Merkel, se il default e il Grexit staranno ancora aspettando alla fine di quei due anni? O il punto è che la federalizzazione europea e l’acquisizione del potere devono essere completati prima di lasciar andare la Grecia?
4) Lei pensa che l’introduzione dell’euro sia stata l’unica causa della crisi che stiamo vivendo? O ci sono altri fattori importanti da prendere in considerazione? Qual è la sua prospettiva anche in quanto cittadino finlandese?
L’euro ha agito come un acceleratore della confusione, ha fatto sì che molte delle cose negative andassero avanti molto più a lungo di quanto sarebbe stato il caso, e ha trasformato eventi solitamente normali che si sarebbero risolti velocemente in passato in vere e proprie catastrofi per motivazioni puramente politiche. Se qualcosa, la crisi dell’euro è stata utile per rivelare il lato oscuro della federalizzazione, le corruzioni, le menzogne, le falsificazioni, la complicità fra banche e così via. La crisi si sarebbe verificata anche senza l’euro, ma sarebbe stata molto meno grave e sarebbe durata un anno o due invece che un decennio. Trovo spaventosa la consegna del premio Nobel per la Pace all’UE.
Ci sono stati molti fattori in gioco qui. Politica monetaria "facile" e cattiva regolamentazione delle finanze, assolutamente nessuna regolamentazione internazionale in materia di bilancio nazionale, pessimi sistemi di misurazione dei requisiti patrimoniali e di rischio basati su dati storici invece di ciò che potrebbe accadere, e tutti nella stessa barca. Mentre la globalizzazione è chiaramente utile in molti modi, quando le stesse banche viaggiano ovunque con gli stessi prodotti, quando tutti leggono gli stessi libri di economia, quando i programmi MBA in India e negli Stati Uniti sono quasi identici, accadono queste cose. Quando tutti i paesi sono uguali, essi si ammalano contemporaneamente. Ecco la lezione di questa crisi.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio |
| Intervista originale: Forexinfo interviews Juhani Huopainen, Finnish blogger for Tradingfloor.com |