Home > Altro > Archivio > Ilva: Sì del governo al decreto. Riparte la produzione
Ilva: Sì del governo al decreto. Riparte la produzione
sabato 1 dicembre 2012, di
Arriva l’ok del consiglio del ministri per il cosiddetto decreto salva-ilva che conferisce all’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, lo status di legge. Questo obbliga i proprietari dell’Ilva a procedere agli investimenti necessari all’opera di risanamento del colosso, se ciò non avverrà sono previsti meccanismi sanzionatori e la possibilità da parte della famiglia Riva di perdere la proprietà dell’Ilva.
Il decreto approvato dal governo mira a garantire il proseguimento dell’attività produttive ovviando al problema occupazionale dei dipendenti dell’Ilva, rispettando allo stesso tempo le esigenze di salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini. Il provvedimento mira a salvare i 12mila dipendenti dell’Ilva di Taranto, ma anche quelli di Genova, novi ligure e Racconigi la cui produzione è strettamente legata a quella di Taranto. La possibilità di forti sanzioni, fino alla perdita della proprietà da parte dei Riva, era stata già accennata del Ministro Clini durante la trasmissione di Servizio Pubblico.
L’Aia diventa legge
Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri stabilisce che “la societa’ Ilva abbia la gestione e la responsabilita’ della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validita’ dell’Aia..” L’autorizzazione ambientale integrata, rilasciata a fine ottobre dal Ministero dell’ambiente ha validità sei anni e la sua applicazione sarà rigorosamente vigilata da un garante. Il decreto legge varato dal governo prevede, infatti, l’introduzione di una figura terza, di garanzia che vegli sull’efficace e tempestiva applicazione delle prescrizioni Aia relativa all’Ilva. Sarà il Ministero dell’ambiente a proporre una persona di indiscussa indipendenza e competenza che possa ricoprire tale ruolo. Il garante nominato dal Presidente della Repubblica acquisirà dall’Ilva e dalla sua amministrazione tutti gli atti necessari al fine di vegliare sull’attuazione dei provvedimenti ed eventualmente segnalare al governo criticità sulla loro applicazione. Inoltre avrà la facoltà di proporre misure idonee e, in caso di necessità, provvedimenti di amministrazione straordinaria.
Sanzioni previste dal provvedimento
Il decreto salva-Ilva varato dal governo introduce anche un severo meccanismo sanzionatorio nel caso in cui la proprietà dell’Ilva si dimostri inadempiente nell’applicazione delle norme necessarie al risanamento del colosso. Queste prevedono, oltre alle disposizioni già previste dall’Aia, la possibilità di sanzionare fino al 10% del fatturato annuale dell’Ilva. Non solo, dichiara il Ministro dello sviluppo Corrado Passera: “abbiamo introdotto interventi possibili sulla proprietà che potrebbero togliere enorme valore a quella proprietà: se non fa quello che la legge prevede, vede scendere il suo valore fino al punto di perderne il controllo di fronte a comportamenti non coerenti.” In sostanza, se la famiglia Riva non provvederà agli investimenti previsti del decreto nei tempi stabiliti dalla legge il governo imporrà qualcun altro che porti a termine il piano di risanamento dell’Ilva.
Soddisfatto il premier Mario Monti che al termini del consiglio dei ministri dichiara “vengono perseguite in modo inderogabile le finalita’ espresse dai provvedimenti assunti dall’autorita’ giudiziaria’”. Partendo sempre dal rispetto della legge e della Costituzione, prosegue Monti, “l’intervento del governo e’ necessario in quanto il polo di Taranto e’ un asse strategico per l’economia regionale e nazionale e fornisce acciaio a tantissime realta’ industriali. Il decreto consente un cambio di passo importante verso una soluzione delle problematiche ambientali, il rispetto della salute dei lavoratori e la tutela dell’occupazione.”
